Il decreto sul Green pass è stato firmato ieri dal presidente Mattarella e contiene una importante modifica: il lavoratore, pubblico o privato, sprovvisto della certificazione verde non verrà sospeso dal lavoro.
Sparisce dal testo definitivo un aspetto che aveva fatto molto discutere ovvero la dicitura “a decorrere dal quinto giorno di assenza il rapporto di lavoro è sospeso fino alla presentazione della certificazione”, resta invece l’assenza ingiustificata e la perdita dello stipendio fino a quando il dipendente non si presenterà con la documentazione in regola.
- Stipendio: dal 15 ottobre, secondo il decreto pubblicato in Gazzetta ufficiale, i lavoratori del settore pubblico e privato non potranno essere sospesi o licenziati mentre non avranno diritto ai soldi delle giornate di lavoro in cui non sono in regola con gli adempimenti richiesti quali un tampone negativo (a pagamento e con prezzi calmierati che nel caso del molecolare avrà una validità di 72 ore) o almeno la prima dose di vaccino.
- Controlli: le verifiche sui Green pass spetteranno ai datori di lavoro, che dovranno rispettare le prossime linee guida del governo: al momento l’adempimento richiesto è la mera predisposizione dei controlli entro la data di entrata in vigore del decreto. Verosimilmente, all’ingresso dei posti di lavoro, verrà predisposta un’app con lo stesso sistema utilizzato per Verifica 19 già in uso per eventi, bar e ristoranti: i dati verranno incrociati e se comparirà un segnale rosso l’accesso sarà negato. Per gli uffici pubblici è prevista l’attivazione di una piattaforma ad hoc come avviene per la scuola.
- Smart working: strada in salita per chi vorrà evitare il Green pass attraverso il lavoro in modalità agile: anche se lo stato di emergenza e la certificazione verde sono previsti fino al 31 dicembre il ministro Brunetta ha già anticipato un rientro in presenza al 100% a partire dal 15 ottobre. Valentina Fratò