Pescara. Il giudice civile del tribunale di Pescara ha condannato il consigliere regionale del Movimento 5 stelle, Domenico Pettinari, a un risarcimento danni di 50 mila euro a favore dell’ex presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, per diffamazione a mezzo stampa.
L’ex governatore, ora senatore del Pd, aveva chiesto 200 mila euro.
Il procedimento ha preso il via da un’interpellanza presentata da Pettinari in Consiglio regionale, nel 2014, su un bando del 2007, per l’acquisto, da parte della Asl di Pescara, di una palazzina per uffici amministrativi e di staff, in seguito alla quale sono volate lettere, diffide ed esposti all’autorità
giudiziaria. La difesa di D’Alfonso, rappresentata dall’avvocato Carla Tiboni, sosteneva che Pettinari avesse
rilasciato dichiarazioni diffamatorie alla stampa a margine della seduta del Consiglio regionale.
Il consigliere del M5S, difeso dall’avvocato Donatella Rossi, affermava, invece, che le dichiarazioni riportate dai mezzi di informazione erano attinte dalla sua interpellanza.
“Le affermazioni di Pettinari, alla luce dei principi giurisprudenziali, non appaiono pertinenti”, si legge nella sentenza del giudice Marco Bortone, “allo scopo informativo da conseguire” e non sono improntate “a serena obiettività almeno nel senso di escludere il preconcetto intento denigratorio” e a “leale chiarezza”, “corretta manifestazione delle proprie opinioni”.
Secondo il giudice, “gli argomenti usati non possono essere considerati mera critica della condotta politica dell’avversario politico, apparendo invece essere stati mirati soltanto a evocare l’indegnità della sua persona e delle modalità di esercizio delle sue funzioni pubbliche; nella sostanza dunque risolvendosi le dichiarazioni riportate nei due articoli di stampa in contestazione in un attacco puramente offensivo di D’Alfonso”. Pettinari dovrà anche pagare le spese processuali pari a 8 mila euro.
Il commento. “Pieno sostegno dei portavoce del M5S Abruzzo al collega Domenico Pettinari, che si trova a dover risarcire l’ex Presidente D’Alfonso, solo per aver svolto con abnegazione e determinazione il suo lavoro. Prendiamo atto della sentenza, ma non ne condividiamo affatto il contenuto.
Ricorreremo fino in Cassazione per vedere riconosciuta la possibilità da parte dei rappresentanti democraticamente scelti dal popolo di poter denunciare gli sperperi di denaro pubblico. Abbiamo fiducia nella giustizia e siamo certi che questa prima sentenza non rappresenti una volontà della magistratura di mettere un bavaglio alle opposizioni e al lavoro di sindacato ispettivo di tutti i consiglieri regionali.
Sarebbe un precedente troppo pericoloso che non può lasciare indifferenti organi ed esponenti politici di ogni schieramento”. Così i portavoce del M5S Abruzzo.