E’ il virus più temuto: gli scienziati danno delle risposte, che non è il vaccino

Stando a quanto suggerisce una ricerca scientifica condotta dall’IZS di Teramo e pubblicata Nature Communications, il West Nile Virus può infettare l’uomo attraverso la puntura di comuni zanzare. Ma quali sono i percorsi che legano Africa ed Europa?

Cominciamo con il ricordare che – sebbene sia stato isolato quasi 90 anni fa e sia uno dei virus più diffusi al mondo – solo negli ultimi anni il West Nile Virus (WNV) ha rinnovato il proprio interesse, destando una crescente preoccupazione da parte delle autorità sanitarie.

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Un nuovo studio fa luce sul virus più temuto – abruzzo.cityrumors.it

Il motivo è semplice: si tratta di un virus che può essere facilmente trasmesso, visto e che al centro delle dinamiche della sua diffusione ci sono uccelli e zanzare: i primi infetti vengono punti dalle zanzare che a loro volta si infettano e possono trasmettere nuovamente il virus ad altri uccelli.

Non solo: considerato che le zanzare si nutrono anche del sangue degli esseri umani, cavalli e altri mammiferi, possono trasmettere il virus anche a loro.

Il viaggio del virus

In questo scenario è di particolare interesse il risultato cui è giunto l’ultimo studio sul virus West Nile pubblicato sulla rivista scientifica Nature Communications e condotto dall’IZS di Teramo, in collaborazione con l’Università di Trento, la Fondazione Edmund Mach e l’Istituto Pasteur di Dakar in Senegal, i cui ricercatori hanno seguito il viaggio del virus.

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Il WNV continua a destare preoccupazione – abruzzo.cityrumors.it

“In qualità di Centro di Referenza Nazionale per le malattie esotiche degli animali e di Laboratorio di Referenza dell’Organizzazione mondiale della sanità animale per la West Nile da anni monitoriamo e studiamo il virus costantemente – ha detto il Dg dell’IZS di Teramo Nicola D’Alteriola situazione non deve destare allarmismi, tuttavia i dati del 2023, in calo rispetto al 2022, ci dicono che in Italia sono stati confermati 332 casi di infezione da West Nile virus nell’uomo, di cui 190 con coinvolgimento neurologico. Tra i casi confermati sono stati notificati 27 decessi, tutti nelle regioni del nord Italia. Questi numeri ci obbligano a tenera alta la guardia”.

Lo studio ha dunque voluto esplorare le modalità di diffusione del WNV, scoprendo percorsi complessi e inaspettati che legano Africa ed Europa.

In particolare, la ricerca si è concentrata sui due principali lineage del virus, L1 e L2, che hanno percorsi e storie evolutive diversi.

La ricercatrice Giulia Mencattelli, prima autrice dello studio, fa ad esempio notare come in relazione al lineage 1 “esiste un vero e proprio ‘corridoio’ tra Senegal, Marocco e i Paesi europei del Mediterraneo occidentale come Portogallo, Spagna, Francia e Italia, ma secondo le nostre analisi non è un corridoio a senso unico: avvengono anche incursioni che vanno dall’Europa all’Africa”.

Il responsabile del Laboratorio di Sanità Pubblica dell’IZS di Teramo, Giovanni Savini, coordinatore del gruppo di ricerca, si sofferma proprio sulle differenti dinamiche evolutive dei due lineage: “Dai risultati ottenuti sembra che L1 si diffonda più efficientemente di L2 sebbene infettino le stesse specie di uccelli e utilizzino gli stessi vettori. La diversa suscettibilità degli uccelli all’infezione rappresenta solo uno dei possibili fattori che hanno determinato queste differenze, sappiamo infatti ancora poco del ruolo delle zanzare come vettori e della loro recettività all’infezione. Questi sono tutti aspetti del ciclo vitale del virus ancora poco conosciuti e che intendiamo esplorare”.

Ed è proprio l’integrazione dei dati genetici virali con informazioni relative ai movimenti degli uccelli migratori e alla suscettibilità all’infezione delle varie specie che potrà condurre a una migliore comprensione di come il virus si diffonde, al fine di prevedere e mitigare l’impatto delle future epidemie.

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