Sulla questione, oggi, interviene anche l’associazione ambientalista Fourm H2O che attacca direttamente Strada dei Parchi che, sulla questione, racconterebbe una storia non vera.
“Nessuno ha chiesto soldi a Strada dei Parchi per gli interventi strutturali. Le accuse riguardano il deficit di precauzioni in un fatto specifico di manutenzione, il caso del toluene: se prese- spiega il Forum- nessuna reiterazione del reato sarebbe contestato. I rischi maggiori- prosegue- derivano dalle 2.300 tonnellate di sostanze chimiche pericolose utilizzate in due esperimenti nei laboratori di fisica nucleare, materiali che vanno allontanati”. Fatti, sostiene il Forum H2O, tutti documentati. “Leggendo gli atti relativi all’inchiesta in corso a Teramo è evidente che per Strada dei Parchi l’accusa è relativa al caso specifico della presenza di toluene nelle acque a maggio 2017, avvenuta durante i normali lavori di manutenzione dei tunnel. Strada dei Parchi non deve e non doveva intervenire con lavori straordinari ma, secondo i magistrati, ‘solo’ accorgersi di essere in un posto vulnerabile e prendere quindi le precauzioni necessarie nella gestione manutentiva ordinaria. Fatto questo, SdP non può neanche reiterare il reato. Sugli investimenti infrastrutturali per la sicurezza nessuno ha chiesto i 172 milioni necessari a Strada dei Parchi. Anzi, basta leggere la delibera di Giunta regionale 33/2019 per evidenziare che i fondi sono stati chiesti ai ministeri”.
Sul terzo punto toccato, l’associazione specifica: “Dalla documentazione di Prefettura de L’Aquila e Procura emerge chiaramente che il maggior rischio per l’acquifero deriva dal
rischio di incidente rilevante a causa dello stoccaggio, irregolare in base alle leggi di 2.300 tonnellate di sostanze pericolose nei Laboratori di Fisica Nucleare in due degli oltre venti esperimenti fatti. Per questo i laboratori sono classificati come ‘Impianto a rischio di incidente rilevante’. Le sostanze pericolose devono essere allontanate dalle captazioni idropotabili come prevede la legge e come ha stabilito la Regione con la delibera 33/2019 seppur dando inspiegabilmente tempo fino al 31 dicembre 2020). Non a caso la Procura ha sequestrato la rete acquedottistica sotto i Laboratori di Fisica Nucleare ma non quella sotto l’autostrada. In caso di pericolo di reiterazione del reato avrebbe dovuto prendere misure cautelari nei confronti di cose o persone attinenti i tunnel, cosa che non ha neanche richiesto. La Procura ha inviato a tutti gli enti le carte sulle criticità emerse dal punto di vista strutturale affinché si metta in sicurezza il sistema. Ecco, su quest’ultimo punto servono risposte concrete e non certo prove di forza autoreferenziali”.
Infine l’associazione chiede proprio a Strada dei Parchi risposte non solo sulla chiusura del Traforo, ma anche “sulle motivazioni della chiusura anche degli svincoli di Tornimparte e Bussi, che, ricordiamo, a settembre 2018, all’epoca dei nostri sopralluoghi e dei nostri esposti, erano in condizioni incredibili di degrado. Che tipo di manutenzioni sono mancate?
Chi le doveva fare e quando? Come mai a Bussi c’era un cartello risalente al gennaio 2016 che annunciava lavori di rinforzo strutturale della rampa? Quei lavori furono svolti? Come erano stati programmati? Perché’ lì sono partiti lavori solo dopo il nostro esposto? Perché’ chiudere ora con questa urgenza? Visto che paghiamo tariffe salatissime- conclude il Forum- qualche risposta sarebbe doverosa”.