Tante assunzioni previste in Abruzzo: quasi mille. Ecco dove

Il 2024 sarà un anno molto importante per il mercato del lavoro in Abruzzo, tanto che potrebbe rappresentare un momento decisivo per l’evoluzione delle nuove frontiere occupazionali.

Ma come cambierà il mondo professionale e quali saranno le variazioni che giungeranno sul fronte dell’occupazione nella nostra regione?

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Uno sguardo al futuro del mercato del lavoro in Abruzzo, ecco che cosa cambierà – abruzzo.cityrumors.it

Ne ha recentemente parlato il presidente regionale di Confindustria, Silvano Pagliuca, che è altresì presidente della Confindustria Chieti – Pescara – Teramo, in un’intervista rilasciata a Il Centro.

Come cambia il lavoro in Abruzzo

Per spiegare in che modo cambierà il mondo del lavoro in Abruzzo, il presidente ha invitato a dare uno sguardo a ciò che sta accadendo nel mondo, con Goldman Sachs che prevede che l’intelligenza artificiale generativa potrebbe rendere superflui 300 milioni di posti di lavoro.

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Come cambierà il mercato del lavoro in Abruzzo e che professioni saranno più ricercate – abruzzo.cityrumors.it

La questione centrale è però che a differenza di quanto avvenuto in passato, oggi anche i lavori qualificati e ad alta remunerazione sono a rischio, perché l’intelligenza artificiale già oggi è in grado di rispondere meglio di molte persone ai quesiti che vengono posti.

Calandoci poi nella realtà abruzzese, il presidente invita a guardare i numeri dei nuovi investimenti che la Zes sta portando, con una previsione di assunzione da qui ad un triennio a più di mille unità.

Al fine di formare le nuove professionalità a colmare questo gap occupazionale, la neonata Confindustria del Medio Adriatico avvierà un progetto dedicato alla filiera della moda, una formazione in cicli brevi di 6/8 mesi che consentiranno di formare figure professionali legate alla produzione.

D’altronde, il presidente afferma come il lavoro del futuro sarà sempre più creativo e concettuale e sempre meno manuale (è proprio sulle attività routinarie che potrebbe entrare in gioco con maggiore incisività il ruolo dell’intelligenza artificiale), con ricadute positive in termini di sicurezza sociale e prevenzione.

Per quanto poi concerne infine i rischi derivanti dalla già ricordata intelligenza artificiale e del suo impatto sul mondo del lavoro, il presidente conclude come Industria 4.0 e 5.0 non potranno che essere a supporto dei processi produttivi. “Non rappresenteranno una minaccia ma una grande opportunità che dobbiamo saper gestire facendo restare sempre al centro la persona ma con la capacità, sempre più importante, di saper dominare le tecnologie sempre più pervasive e che hanno cambiato antropologicamente la società e i modelli di business delle aziende” – ha poi aggiunto il presidente.

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