Una decisione, quella del Consiglio dei Ministri che preoccupa i tanti lavoratori occupati grazie a questo dispositivo.
Purtroppo il modo in cui il superbonus è stato realizzato, ha comportato un utilizzo spropositato di risorse, ma non ha colto lo spirito e la mission per cui era stato concepito; in pratica non ha usufruito dello strumento Superbonus proprio chi ne aveva più bisogno in termini di sicurezza sismica e sostenibilità energetica e sociale, ossia i condomini periferici, le case popolari ad alta densità abitativa e le strutture abitative plurifamiliari più vetuste, considerando che il 65% degli immobili italiani risale a prima del 1974, anno dell’introduzione della norma di prevenzione antisismica, oltre all’efficienza energetica, età del cemento armato e rischio dissesto idrogeologico.
La logica positiva della cessione del credito d’imposta, che permetteva l’agevolazione anche agli incapienti e ai redditi più bassi con scarsa capienza fiscale, si è scontrata con una misura che non ha previsto tetti alla spesa pubblica e regolamentazioni sulle cessioni dei crediti, giunte all’imponente importo di 110 miliardi di €.
Ma basta entrare nel merito delle 10.080 asseverazioni per acclararne le criticità: 1.893 si riferiscono a condomini (18,8%), 6.078 a edifici unifamiliari (60,3%), 2.109 a unità immobiliari “funzionalmente indipendenti” (20,9%).
In Molise invece sono quasi 2.300 i cantieri autorizzati per il Superbonus, per un importo di oltre 411 milioni di euro di lavori, il 69,4% dei quali per interventi già conclusi e ammessi a detrazione.
Il Superbonus ha previsto risorse pubbliche del 110% per interventi privati, senza prevedere alcuna regola; invece per gli appalti pubblici, che al netto dei ribassi hanno risorse pubbliche tra il 60-80%, la norma prevede un iter complesso e rigoroso, dalla progettazione ai bandi di gara, dalla catena di responsabilità alla direzione ed esecuzione dei lavori, passando per l’Anac e la Corte dei Conti.
I miliardi spesi per il Superbonus, se gestiti come investimenti pubblici, avrebbero prodotto molti più benefici, anche alla luce dell’esperienza di ricostruzione emergenziale sul sisma.