Brutte notizie per Jannik Sinner. Arriva una vera e propria doccia fredda, che porta i tifosi del tennista azzurro nello sconforto: gli aggiornamenti sulla squalifica
Se in campo Jannik Sinner vola e conquista titoli e punti nella classifica generale Atp, la situazione dopo il ricorso della Wada sul caso doping, si fa sempre più pericolosa per il campione azzurro. La positività al Clostebol (riscontrata ad aprile scorso durante il torneo di Indian Wells) continua a tenere banco: e per il numero uno al mondo non arrivano notizie incoraggianti.
Il 23enne tennista della Val Pusteria, ha concluso trionfalmente la sua tournée cinese, ottenendo la finale a Pechino (persa in tre set con Alcaraz) e il successo a Shanghai, dove ha sconfitto nettamente Novak Djokovic in due set. Il settimo titolo di questa straordinaria stagione, che ha portato l’azzurro a trionfare in due tornei del Grande Slam (Australian Open e Us Open) e a guadagnare con merito la prima posizione nella classifica generale. Ma su Sinner pende ancora una spada di Damocle: la positività a tracce di Clostebol (sostanza presente in alcune pomate e spray cicatrizzanti) ha portato gli investigatori ad indagare, creando un vero e proprio polverone.
Sinner è stato assolto, ma il ventisei settembre scorso la Wada (l’Agenzia Mondiale Antidoping) ha presentato ricorso, chiedendo per il campione azzurro una squalifica tra uno e due anni. “Parliamo sicuramente di un caso eclatante – ha detto nei giorni scorsi il presidente della Federazione Italiana Tennis Binaghi – visto che il soggetto coinvolto è il più grande giocatore al mondo e la valutazione è differente rispetto a un caso normale. Jannik ha una correttezza estrema e abbiamo grande fiducia nel TAS, per cui l’appello della Wada è sulla corretta applicazione a questa storia, un incidente fortuito. Il peggio è passato e anche Sinner ha compiuto una grande impresa nel nascondere questa problematica per mesi, in una situazione di stress gigantesco. Ora attendiamo il giudizio del TAS, ma la parte più acuta della tempesta è passata”.
Sinner ha lavorato negli ultimi mesi in una condizione psicologica non semplice: “Jannik non meritava tutto questo e tutti hanno compreso che si tratta di un banalissimo incidente. Quando terminerà la vicenda? Non credo entro la fine di quest’anno“, ha concluso Binaghi. In attesa del giudizio del Tas, che metterà la parola fine sulla vicenda, non arrivano però buone notizie. Per i tifosi di Jannik Sinner c’è stata infatti una vera e propria doccia fredda, che potrebbe portare a clamorosi sviluppi.
Come detto, l’ultima parola sul futuro di Jannik Sinner spetterà al Tribunale di Arbitrato dello Sport, che sarà chiamato ad esprimersi sulle eventuali responsabilità del tennista azzurro (che ha già licenziato i componenti del suo staff che si erano resi protagonisti della svista). Il Tas nel frattempo ha reso note le motivazioni della squalifica di Simona Halep, tennista vincitrice al Roland Garros nel 2018 e a Wimbledon nel 2019, ed ex numero 1 del circuito femminile.
La campionessa romena, a lungo numero uno della classifica Wta, era stata squalificata per nove mesi, per “incauto utilizzo di un integratore contaminato”. La tennista, fidandosi dei suoi collaboratori più stretti e incurante delle possibili conseguenze, lo aveva assunto dopo aver ascoltato un consiglio della sua fisioterapista personale, “che non è un medico o un clinico”. Una vicenda che a molti ricorda quella di Jannik Sinner: anche l’azzurro si era fidato dei suoi collaboratori e, in modo del tutto inconsapevole, è entrato a contatto con una sostanza potenzialmente pericolosa.
Nella sentenza che ha portato alla squalifica della Halep i giudici con sede a Losanna si chiedono “come mai in un ambiente di così elevata professionalità questioni legate a possibili problemi con l’antidoping siano affidate a persone che non abbiano esperienza in questo settore”. E ancora: “L’atleta avrebbe dovuto capire i limiti delle qualifiche della sua fisioterapista e il fatto che si stesse giocando un torneo negli Stati Uniti, in un continente lontano dal suo, non può giustificare la mancata consultazione di uno specialista e l’affidamento di un compito così delicato a una persona senza le necessarie competenze mediche“. A marzo scorso il TAS aveva comunque ridotto da 4 anni a 9 mesi la squalifica inflitta alla Halep – positiva ad un controllo del 29 agosto 2022 dopo gli Us Open – dall’Itia, l’agenzia internazionale per l’integrità del tennis, la stessa che ha assolto Sinner.