Sottratti migliaia di euro ad anziani ricoverati. Struttura ora in grave difficoltà economica

Nel 2014 gli istituti di assistenza San Giovanni Battista presentarono un esposto alla procura in cui denunciavano libretti postali e conti correnti svuotati, per un totale di più di 120.000 euro di ammanco, ai danni di cinque persone ricoverate nella struttura ad opera di due dipendenti delle ex case di riposo.

Ebbene, a oramai dieci anni di distanza da quell’esposto che diede il via al processo nei confronti delle due dipendenti, la vicenda si è ora conclusa con la pronuncia della Corte di Cassazione che, lo scorso 9 febbraio, ha così posto fine al lungo caso.

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abruzzocityrumors.it – Truffe agli anziani sempre più frequenti

Ricordiamo come nel 2019 il tribunale di primo grado aveva condannato a 5 anni per circonvenzione di incapace Patrizia Cavalli, coordinatrice dell’area educativa, e Marta Mantini, era coordinatrice delle infermiere. Le due fecero ricorso e nel 2023 una sentenza dichiarò prescritto il reato penale.

Il ricorso in Cassazione

Archiviata la parte penale della vicenda, rimaneva in piedi quella civile per il risarcimento danni alle parti (l’istituto e i parenti delle anziane). Le due hanno dunque fatto ricorso anche in Cassazione che, però, ha ora provveduto a rigettarlo. “A dieci anni dalla mia segnalazione in procura, sì è giunti alla sentenza definitiva pronunciata dalla Cassazione” – afferma il presidente del consiglio di amministrazione della Asp (Agenzia servizi alla persona di cui fa parte il San Giovanni Battista) Concezio Tilli, che di fatto chiude il caso degli ammanchi su alcuni libretti postali di ospiti assistiti nella Asp.

giudizio
Per la struttura un grave danno economico e di immagine . abruzzo.cityrumors.it

La Cassazione ha infatti ritenuto di non accogliere l’istanza delle dipendenti arrivando nei fatti a suggellare il giudizio definitivo.

A rappresentare l’ente l’avvocato Elisabetta Casari nel primo grado e in appello e l’avvocato Alessandro De Iuliis in Cassazione. “Ad entrambi il riconoscimento di aver ben difeso il San Giovanni Battista” – prosegue il presidente del consiglio di amministrazione del San Giovanni, attualmente composto anche dal consigliere Augusto Di Boscio, e che ha sempre seguito con attenzione l’avanzamento del percorso giudiziario.

Al di là del danno ai pazienti e all’immagine alla struttura, il consiglio ricorda che alle dipendenti – pur sospese dal 2017 – è stato corrisposto per legge un minimo stipendiale pur non lavorando e il fatto che al loro posto l’ente ha dovuto assumere altre figure che svolgessero le loro mansioni. Un danno economico rilevante che ora l’istituto cercherà di recuperare almeno in parte.

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