Sanità, tavolo monitoraggio: stesso documento, considerazioni opposte

“Le ultime affermazioni dell’ex assessore Paolucci rispetto ai dati del Tavolo di monitoraggio sono piene di farneticazioni e nascondono un evidente risentimento ancora bruciante rispetto ai risultati elettorali che hanno sonoramente bocciato sopratutto il suo operato e quello della sua giunta in materia di Sanità”.

 

Questo il commento dell’assessore regionale Mauro Febbo che sottolinea come “l’ultimo verbale del Tavolo di Monitoraggio, a differenza di ciò che vuol far credere Paolucci, dimostra invece una inversione di rotta sul metodo di lavoro e sopratutto nei rapporti con il Ministero. Innanzitutto non vi sono le bocciature che racconta fantasticamente Paolucci, mentre viene messo in evidenza come bisogna lavorare proprie sulle gravi lacune lasciateci in eredita dalla miopia e latitanza del precedente governo regionale di centro sinistra. Oggi il ministero ci riconsegna un documento di 55 pagine mentre l’ultimo era di ben quasi 90 pagine, quello sì era pieno e ‘zeppo’ di bocciature. Infatti voglio ricordare al zelante ex assessore come per colpa sua e del precedente governo regionale abbiamo avuto per nove mesi ben due ASL senza manager pubblicando un bando zeppo di errori.

 

Questo governo regionale in nove mesi invece è riuscito a nominare i manager mancanti a differenza sua che ha semplicemente “prorogato” Flacco, buono per tutte le occasioni. Inoltre – rimarca Febbo – il deficit segnalato nel verbale non è altro il risultato della precedente gestione ereditata. Oggi al governo della Regione vi è una squadra che ha ben chiaro il lavoro da effettuare. Innanzitutto riallocando i 30 milioni di euro destinati al faraonico Project financing dell’ospedale di Chieti al bilancio della GSA e recuperando decine e decine di milioni con l’attivazione della Centrale Unica di Acquisti, che per anni non si è attivata. Nonostante la morte improvvisa del Direttore Roberto Fagnano, attraverso il buon lavoro intrapreso dell’attuale assessore Nicoletta Verì, questo governo regionale è riuscito a presentare al Tavolo di monitoraggio una Rete Territoriale, sostituendo quella vecchia e superata da anni, che ha avuto l’approvazione e soprattutto, per la prima volta, si è avuto il coraggio di contrastare il DM 70/2015 ( Decreto Lorenzin) andando a salvaguardare sia i grandi ospedali sia di quelli periferici territoriali. Una Rete ospedaliera quindi, assolutamente non bocciata, dove finalmente il Ministero ha aperto un proficuo confronto e discussione seria con l’Abruzzo.

 

A differenza del recente passato quando l’ex assessore era inspiegabilmente e completamente piegato alle direttive del Ministero. Oggi in sanità abbiamo finalmente invertito la rotta: il management all’altezza ed appropriato presso le ASL, un direttore capace come Claudio D’Amario e con il recente insediamento del Tavolo permanente di coordinamento regionale, richiesto peraltro dal Ministero e mai formalizzato, si è tracciato un percorso nuovo. Pertanto – conclude Febbo- invito l’ex assessore Paolucci a rileggersi attentamente il verbale di monitoraggio dove l’unica bocciatura evidente è riferita esclusivamente al suo operato che ha lasciato in eredità agli abruzzesi”.

 

La replica. “Ho letto le dichiarazioni di Febbo sulla bocciatura dei documenti abruzzesi da parte del tavolo ministeriale della sanità e deduco che, citando Flaiano, l’insuccesso deve avergli dato alla testa se non ha capito cos’era scritto chiaramente nel verbale del Ministero – duro il capogruppo PD Silvio Paolucci – Se il suo pensiero dà voce a quello dell’esecutivo, oggi comprendo ancora meglio le ragioni dei forti rilievi ricevuti dai tecnici. Tuttavia c’è da dire che sin da quando era in minoranza Febbo dimostrava di non comprendere appieno le questioni sanitarie, infatti anche in questo caso prende lucciole per lanterne e temo che ciò spieghi anche il perché non gli sia stata mai affidata la delega alla Sanità a cui egli ambiva, già da tempo.

 

Vero è che i rilievi sono chiarissimi. Dal caos sui contratti con i privati che rischia di riportare il comparto a quello che era prima del 2006, indietro di 14 anni, all’estrema genericità del piano sanitario e della rete ospedaliera, passando per la revoca sugli investimenti dell’edilizia e della “grave situazione finanziaria” al loro primo anno di gestione. Sono tutte questioni riguardanti la loro non-programmazione. Dall’altra parte ricordiamo bene l’aumento dello stipendio dei manager, o il ripristino dei rimborsi degli assessori oltre che le faide continue sulle poltrone, peraltro non ancora tutte definite. Il tavolo governativo non è politico, è un tavolo tecnico e di fronte a un documento generico non poteva fare altro che bocciare, perché in quello che il centrodestra ha presentato, la rivoluzione a cui accenna Febbo non c’è, o non si può fare. Questa è la storia. Il resto sono chiacchiere, quelle che il sempre aspirante assessore alla Sanità Febbo insieme ai suoi colleghi e alleati alimentano ormai da febbraio 2019”.

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