Riaperture, Marsilio: le Regioni chiedono chiarezza e autonomia nelle decisioni

Chiarezza e indipendenza decisionale delle regioni su riaperture e riavvio attività. Questo quanto chiesto dal presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, nell’incontro di oggi tra le Regioni e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

 

Marsilio ha spiegato all’Adnkronos che la Regione Abruzzo ha “fatto da apripista con la maxi ordinanza di ieri nella quale ci sono criteri meno restrittivi per ristorazione e balneazione tanto da attirarci le critiche dell’opposizione quasi come se stessimo facendo qualcosa di eversivo, mentre anche il Governo ha riconosciuto utile, opportuno e giustificato restituire alle regioni quel potere decisionale sulla riapertura delle attività”.

“Ci siamo appena confrontati ed è stata ribadita la necessità che le linee guida del decreto legge dovranno concedere in maniera esplicita alle regioni la facoltà di anticipare l’apertura e il riavvio delle attività e potremo quindi muoverci anche nel rispetto dei protocolli Inail che sono indicativi ma non prescrittivi. – ha continuato Marsilio – Anche se qui nasce la disputa sulle distanze degli ombrelloni in spiaggia, 4 metri piuttosto che 5, dei tavoli nei ristoranti, due o tre. Servono regole precise”.

La parola fondamentale per il governatore dell’Abruzzo è ancora ‘chiarezza’. “Io ho raccomandato chiarezza, tutto deve essere definito con chiarezza per evitare pasticci, – ha spiegato Marsilio – incomprensioni per non finire in un contenzioso giuridico. E’ necessario delimitare con chiarezza i poteri delle regioni e i limiti dettati dall’Inail, che non siano indicazioni di puro principio e che siano economicamente gestibili. Il problema è serio ci sono 5 miliardi di mancate entrate per le regioni che stanno sostenendo uno sforzo economico enorme per integrare se non sopperire a quelle misure non adottate dal governo per il rilancio e protezione dei più deboli”.

Il governatore Marsilio poi ha approfondito la situazione della sua Regione. “Con il ‘Cura Abruzzo’, la Regione ha stanziato 5 milioni di euro per le famiglie più in difficoltà, alle quali arriveranno sul conto corrente mille euro; sono famiglie con più figli a carico, con disabili a carico, – ha sottolineato Marsilio – e malgrado i criteri fossero rigidi ben 18mila famiglie hanno risposto al bando e sono tantissime, non immaginavo così tante. E da questi sono esclusi coloro che hanno la cassa integrazione o il reddito di cittadinanza, il numero è enorme”.

“Un particolare da notare che nel decreto Rilancio non ci sono misure per i terremotati e allora ho chiesto ai parlamentari abruzzesi di intervenire sul governo e sui ministri perché qualcosa venga attribuito anche ai terremotati. – ha evidenziato ancora Marsilio – Non vorrei proprio che con questa crisi economica, grave certamente, la situazione dei terremotati passi in cavalleria. Non si può dimenticare che questo territorio ha subito tre catastrofi in un decennio: come possono rialzarsi ristoratori, balneari, albergatori abruzzesi, è dura servono risorse perché qui non è come il resto del Paese”.

Marsilio poi ha parlato di soldi fermi in cassa che sarebbero spendibili a saldo zero per lo Stato. “Un altra misura che ho chiesto è quella di poter utilizzare quei soldi fermi in cassa, per l’Abruzzo sarebbero circa 30 milioni, che non possiamo spendere per la norma del rientro del disavanzo amministrativo: ma in tempo di guerra, ed ora lo siamo, bisognerebbe poter fruire di tutto, soprattutto se per lo Stato è a saldo zero. – ha concluso Marsilio – La caratteristica degli abruzzesi è la ‘resilienza’, lo spirito positivo che ci fa resistere e andare sempre avanti”.

 

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