Stop all’allargamento delle aree protette, a dirlo sono i cacciatori che si sentono minacciati dalla presenza di aree in cui è vietata l’attività venatoria, e discriminati perché la caccia viene considerata – erroneamente a loro dire – violenta.
Uno slogan che grida la volontà di dire basta alle aree protette, in una regione come l’Abruzzo che ha un patrimonio faunistico e paesaggistico senza pari, sembra paradossale, ma c’è una categoria che non ha nessun interesse nell’allargamento delle aree protette: i cacciatori. Costoro si sentono marginalizzati e chiedono una maggiore tutela anche per chi vive di attività venatoria.
L’associazione Italcaccia è decisa a far valere i propri diritti a circa un mese di distanza dalle elezioni regionali che si terranno il 10 marzo. A loro dire i parchi hanno una perimetrazione troppo larga, cosa che impedisce ai cacciatori di svolgere la loro attività che ha un valore anche dal punto di vista scientifico e ambientale.
Cacciatori in rivolta: la caccia ha un valore ambientale
I cacciatori abruzzesi sono in protesta perché ritengono di essere discriminati a causa di un comune ed erroneo modo di pensare, un pregiudizio nei riguardi della loro attività. La caccia viene considerata violenta e dannosa per l’ambiente, invece non è così, a loro dire.
Una delle motivazioni che hanno spinto Italcaccia a chiedere maggiore tutele per la categoria dei cacciatori è la mancanza di controllo sulla gestione di alcune specie animali: “La gestione di alcune specie all’interno dei parchi non è adeguatamente controllata e, spesso, queste aree diventano rifugio e luogo di riproduzione per cinghiali, corvi, caprioli e lupi“.
Nel comunicato di Italcaccia si continua dicendo che l’attività venatoria viene idealizzata in modo negativo e considerata un danno per i parchi e la fauna che li abitano: “La caccia ha iniziato a perdere fascino e attrattiva, fino a essere identificata spesso come un’attività violenta e in contrasto con la conservazione dell’ambiente“. Tuttavia, dati scientifici affermano che la caccia è fondamentale per mantenere in equilibrio le risorse faunistiche.
Con queste motivazioni, Italcaccia chiede alla Regione di rivedere i suoi paini sull’estensione dei parchi, in modo da consentire ai cacciatori di utilizzare gli spazi adeguati per svolgere la loro attività. La polemica che si è accesa risulta comunque quantomeno poco inquadrata nel contesto attuale, considerando che è vero che l’Abruzzo è la regione dei parchi, ma è anche la stessa regione che ha ridotto drasticamente la dimensione della Riserva del Borsacchio, tagliando ben 1000 ettari.