Pochi diplomati e pochi laureati, ma non è tutto: la situazione preoccupante in Abruzzo

La dispersione scolastica è un problema particolarmente esteso in Italia, con alcune regioni in cui questo fenomeno diventa preoccupante. Tra queste c’è l’Abruzzo che vede i propri giovani abbandonare scuola e università con maggior frequenza.

Quello della dispersione scolastica, fenomeno per il quale i giovani abbandonano la scuola o l’università prima di conseguire un diploma o una laurea, è un problema molto grosso in Italia, paese in cui spesso e volentieri si sottovalutano gli effetti dell’abbandono delle scuole da parte dei nostri giovani.

giovani davanti al pc
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L’Italia è maglia nera in Europa, con regioni che fanno peggio di altre, ad esempio l’Abruzzo in cui la frequenza con cui i giovani abbandonano la scuola è molto, troppo alta. Un report della CGIA, l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese, lancia l’allarme su un fenomeno sociale che rischia di gettare il paese in un baratro.

Abruzzo, pochi diplomati e laureati

Non è una regione per diplomati e laureati, l’Abruzzo è uno dei territori maggiormente colpiti dal fenomeno della dispersione scolastica. In Italia l’11,5% della popolazione che fa parte della fascia di età compresa tra i 18-24 anni abbandona ogni anno gli studi, con l’Abruzzo a rappresentare uno dei punti più alti in termini statistici, e quindi più bassi in termini sociali.

giovani si recano a scuola
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Infatti, 8mila studenti, cioè il 9,3% del totale, non riesce a completare il percorso di studi e a conseguire un titolo. Come era lecito aspettarsi, sono le regioni del sud a guidare questa triste classifica, ma l’Abruzzo non è in testa – magra consolazione- bensì segue la Campania, la Puglia e la Sicilia.

I motivi dietro all’abbandono scolastico sono culturali, sociali ed economici con i ragazzi provenienti da ambienti più svantaggiati ad essere le prime vittime di questo fenomeno. Se in alcune regioni del nord ciò avviene per la necessità/opportunità di andare a lavorare, come in Toscana, in Abruzzo la situazione è ben diversa considerando che anche la disoccupazione è alle stelle.

La CGIA ha commentato: “Se la dispersione scolastica non è ancora avvertita come una piaga educativa con un costo sociale spaventoso, la “fuga” all’estero di tanti giovani, invece, lo è, sebbene il numero della prima criticità sia molto superiore a quello della seconda“. E difatti, anche la fuga dei giovani dall’Abruzzo è un dato che fa riflettere sulle poche opportunità che la regione offre.

Nel 2022, dall’Italia sono “fuggiti” 55.500 giovani, di questi ben 1.490 erano giovani abruzzesi. La crisi demografica in corso e la “rivoluzione digitale” ormai alle porte avranno conseguenze pesantissime anche per le nostre imprese, avverte la CGIA.

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