“Sull’edilizia sanitaria si corre il rischio di fare propaganda per i prossimi quattro anni, e rimandare gli investimenti sine die – così il capogruppo PD Silvio Paolucci – Da febbraio a oggi su questo fronte, uno dei più delicati per l’amministrazione regionale, la maggioranza di centrodestra non ha prodotto un solo atto, una sola corrispondenza con il Ministero, pur avendo confermato sia la consistenza delle risorse ereditate dal centrosinistra, sia la possibilità di averne in aggiunta.
Ancora più grave, dopo un anno, è la totale non conoscenza degli atti in essere. Con una programmazione in grado di coprire tutte le maggiori criticità riscontrate su: 1) Lanciano, Vasto, Avezzano, Penne, Sulmona, con i fondi ex art 20; 2) con Teramo e Penne per le risorse collegate al sisma; 3) con Chieti con il project financing; 4) per L’Aquila con le risorse che si liberavano dall’utilizzo dello strumento del progetto di finanza. Il perché? E’ veramente difficile da decifrare, dubito che dopo un anno dio governo conoscano lo stato dell’arte”.
Doveroso che si intervenga sull’ospedale di Avezzano, rimarca l’ex assessore alla Sanità: “Anche noi lo avevamo fortemente voluto e finanziato, ma è impensabile che si lascino scoperte le strutture sanitarie di territori come Chieti, Lanciano e Vasto, Teramo, Penne, L’Aquila, dove le criticità sono diverse e mettono a rischio la qualità dei servizi se non verranno affrontate.
Questo governo regionale è fermo sulla programmazione, completamente, piano sanitario, rete ospedaliera, nuovi ospedali, un’irresponsabile calma piatta. Da qui io ritengo che l’Assessore sia imbrigliata dai “suoi”, più propensi a fare campagna elettorale perenne che governare. Quindi mentre tagliano per decine di milioni di euro, come si scrive sul Programma Operativo (75 di cui circa 40 netti), annunciano, ma non approvano nessun piano, non fanno investimenti e galleggiano con le dichiarazioni, così nessuno vede quei tagli, per ora. Eppure produrre non costerebbe loro nulla, anzi. Quando il centrosinistra ha iniziato a governare avevamo un bilancio da riportare in equilibrio e una sanità commissariata dal 2008, un piano privo di progetti opportuni e coperture (fu bocciata la copertura che la destra propose circa le sdemanializzazioni), ma abbiamo lavorato per essere in grado di intervenire, recuperando tutte le economie possibili e creandone di scala, in modo da poter calibrare i tempi degli interventi.
Così abbiamo lasciato: 482 milioni di cassa, il Bilancio ha liberato dai 25 ai 75 milioni di euro in più l’anno dal 2020 al 2022 di cui una parte accantonate proprio per gli investimenti; in Sanità fuori dal Commissariamento nel 2016, con la più alta crescita dei Lea su tutta l’Italia e il rispetto dei saldi economici del Piano 2016-2018 approvato dal Consiglio dei Ministri; 143 mln sull’art 20 per Avezzano, Lanciano, Vasto, 94 per Teramo e Penne, Sulmona in parte già realizzata. A tutto ciò si aggiungeva la programmazione del project financing di Chieti. Si sono tutti interessati a mettere all’indice lo strumento, omettendo di ricordare che il punto vero è la criticità della struttura e lo sgombero già avvenuto di oltre 100 posti letto dopo perizia del Tribunale. In questi 12 mesi loro non fanno nulla, non c’è neanche la capacità di ricostruire tutti gli incartamenti della programmazione che hanno portato a questo punto e tutti tacciono. Una parte delle coperture erano a valere rispetto al risanamento portato avanti e che per parte avremmo dedicato agli investimenti, come si fa nelle istituzioni sane del Paese. Ma da febbraio 2019 a oggi non c’è atto di indirizzo né traccia di lavoro, malgrado al passaggio delle consegne avessimo dato anche piena disponibilità a illustrare lo stato dell’arte”.
Cambiare percorso oggi ha dei costi sociali elevatissimi, conclude Paolucci: “Significa rifare da capo procedure lunghe e complesse con gli uffici ministeriali. Inoltre quando si parla di nuove risorse bisogna precisare che occorrono diversi accordi per vedersele assegnate: e cosa hanno fatto in questi mesi con queste nuove risorse? Quali interlocuzioni? Zero! Nulla! Una presa In giro per cancellare la programmazione che c’è e annunciare, 4 anni senza fare nulla. E anche quando sarà conclusa la procedura nuova, bisognerà andare a parlare ai tavoli delle Regioni per difendere la trincea, perché ognuno vorrà risorse in più, ma prima che si definisca ciò tutto saremo arrivati alla nuova legislatura e a nuove promesse di campagna elettorale. Insomma l’Abruzzo dell’edilizia sanitaria si ferma per un governo regionale non solo così lento, ma tanto pigro da non essersi neanche letto i provvedimenti già esistenti”.
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