“I dati sulla mobilità passiva delle Asl di Regione Abruzzo ed il salasso da oltre 90 milioni di euro sulle casse pubbliche rappresentano un campanello di allarme non solo per la Giunta regionale, ma anche l’intero consiglio. È un problema che il nostro territorio si trascina da anni, e penso che mai come ora serva uno sforzo di unità da parte dell’intero l’Emiciclo per dare alle proposte la stessa dignità e lo stesso spazio che trovano le denunce”.
A dirlo è il consigliere regionale e presidente della Commissione d’inchiesta sull’emergenza idrica, Sara Marcozzi.
“Lanciare attacchi quotidiani all’intero sistema sanitario regionale, rischia di portare i cittadini a scegliere a priori tra due alternative: farsi curare fuori regione o rivolgersi al privato. Così facendo, non si restituisce un buon servizio al territorio, alle strutture sanitarie e alle nostre eccellenze. L’obiettivo di tutti i rappresentanti delle istituzioni, al netto delle competenze di ognuno, deve essere trovare una soluzione ai problemi degli abruzzesi, senza limitarsi a puntare il dito. È lo spirito con cui ho ottenuto l’istituzione di una Commissione d’inchiesta sull’emergenza idrica, cioè analizzare cosa non va e proporre interventi migliorativi”.
E conclude: “Lo stesso approccio serve anche in tema di mobilità passiva. Denunciare per il gusto di farlo non aiuta nessuno, men che meno i conti di Regione Abruzzo e, di conseguenza, i servizi che devono essere erogati. Alla Commissione Sanità sottoporrò questa tematica per comprendere se gli attacchi tout court all’intero sistema sanitario regionale possano contribuire a migliorarlo. Secondo me no”.