Il celebre giornalista e conduttore televisivo, si è fatto promotore del riconoscimento di L’Aquila come Capitale della Cultura, ritenendolo un “debito morale”.
L’Abruzzo è una terra che ha veramente tanto da offrire, da maestosi paesaggi naturali a una storia fatta di popoli tradizioni antiche e mai scomparse. Ogni città, ogni centro, ha delle peculiarità che lo rendono unico. Ma quanto si potrebbe pensare di volare in alto? Beh, dalle ultime dichiarazioni di uno dei nomi di punta della rete ammiraglia della Rai, in Abruzzo ci sono i semi per costruire qualcosa di importante.
A essersi sbilanciato in maniera evidente, è stato negli scorsi giorni Bruno Vespa, uno dei giornalisti più noti del panorama televisivo italiano che, col suo programma, Porta a Porta, ha sempre rappresentato una vetrina politica e sociale sull’Italia di ieri e di oggi. Vespa, nel corso della conferenza stampa di presentazione del Premio letterario Gioacchino Volpe, ha speso parole di lode per la città di L’Aquila, la sua città natale.
L’Aquila secondo Vespa
La città di L’Aquila potrebbe competere, per essere riconosciuta come Capitale della Cultura italiana? Non ci sarebbe nulla di strano, vista la meravigliosità del luogo ma, ad avvalorare questa tesi, arriva una voce autorevole di un aquilano di nascita, che senza dubbi ritiene che riconoscere L’Aquila come Capitale della Cultura, sia un dovere morale italiano. Questa persona è il giornalista televisivo Bruno Vespa.
Vespa non ha sicuramente bisogno di presentazioni, dato che da decenni accompagna le serate di tanti appassionati di politica e società, mettendo a confronto nel suo salotto di Porta a Porta, personalità di spicco, delle più varie estrazioni politiche. Tutto è nato durante una conferenza stampa, tenuta per la presentazione del Premio letterario Gioacchino Volpe, promosso dal Comune del capoluogo abruzzese, tenutasi al Ministero della Cultura a Roma.
La ricostruzione di Vespa, parte da lontano:”Nel 2009 il terremoto dell’Aquila colpì l’opinione pubblica in maniera particolare. L’opinione pubblica scoprì, infatti, una città che in gran parte non conosceva, uno dei centri storici più importanti d’Italia e la devastazione che la colpì”. Viene spontaneo chiedersi, come mai fin ora, L’Aquila non sia stata considerata tra le città papabili al titolo. Vespa risponde:“Nel 2019 non eravamo pronti. Nel 2026 saremo pronti, già oggi lo siamo”.
“Io credo che riconoscere all’Aquila questo status sia il pagamento di un debito morale” ha continuato Bruno Vespa, precisando però, come ci sia anche altro:”perché intanto L’Aquila merita: per tanti decenni è stata la città al mondo con il più alto consumo di musica classica per abitante” e conclude “l’elemento finale di questa solidarietà deve essere il riconoscimento dell’Aquila Capitale italiana della Cultura nel 2026”.