Si tratta della prima procedura valutativa attivata per un esperimento, nonostante la normativa sia in vigore dal 1997. Della serie, meglio tardi che mai. Precisiamo che la V.Inc.A. si occupa esclusivamente dell’eventuale impatto su habitat e specie del Gran Sasso e non interviene sulla questione dell’acqua potabile.
Sullo specifico si tratta di un esperimento che prevede l’installazione di un acceleratore di particelle. Essendo classificato come macchina radiogena, è sottoposto anche alle autorizzazioni per la radioprotezione relative alle attrezzature con emissioni di radiazioni. Prevede anche una schermatura con la costruzione di un bunker, nella sala B, con pareti di cemento armato di spessore di 80 cm.
Facciamo notare che l’Istituto Superiore di Sanità nel 2013, proprio in un parere su questo esperimento, fece emergere il contrasto con la normativa sulle acque potabili e in particolare con l’Art.94 del testo Unico dell’Ambiente per la distanza dalle captazioni.
“Ricordiamo che nel 2013”, si legge in una nota del Forum H2O, “in un acceleratore di maggiore potenza in un importante centro di ricerca giapponese, il J-Parc, si verificò un incidente che costrinse alla chiusura delle attività per ben 2 anni.
È interessante notare i passaggi dei documenti depositati sui rischi di radiazioni, esplosione, incendio, la cui esistenza è ammessa sia in fase di esercizio che in caso di incidente. L’INFN li ritiene comunque o “non significativi” o “accettabili”.
Riportiamo, a mero titolo di esempio, il passaggio sul rischio esplosione:
“Rischio presente ma non significativo.
L’analisi di rischio (QRA) ha identificato n. 2 top event corrispondenti a esplosioni, in particolare: 1. esplosione per formazione di atmosfera esplosiva all’interno del sistema di evacuazione e 2. esplosione per formazione di atmosfera esplosiva all’esterno delle apparecchiature, in entrambi i casi correlati alla presenza di Idrogeno. Per entrambi gli eventi il rischio è risultato, valutando frequenza e conseguenze, di grado ‘accettabile’ ma sono comunque state identificate possibili misure per un ulteriore riduzione del rischio.”
Qui quello sulle radiazioni:
” Rischio presente ma non significativo.
Le valutazioni effettuate dall’esperto qualificato nell’ambito dell’istanza per l’ottenimento del nulla osta di cat. B di cui all’art. 27 e 29 del D. Lgs. 230/1995 e successive modifiche hanno incluso anche la quantificazione della dose efficace impegnata per i lavoratori e gruppi di riferimento della popolazione in caso di eventi incidentali, che è risultata inferiore al limite di 1 mSv/anno stabilito per gli individui della popolazione.Tutte le attività si svolgono all’interno della schermatura in cemento a sua volta schermata dalla roccia che circonda i Laboratori, inoltre sono previste misure quali sistemi di controllo e di blocco delle apparecchiature e sistemi di monitoraggio.Per i motivi suddetti possono essere considerati trascurabili, in generale, i rischi per l’ambiente
esterno.”
Come si vede, si punta molto sulla capacità di gestione di eventuali incidenti. Dati i precedenti crediamo sia legittimo avere qualche dubbio.
Ovviamente depositeremo a breve le nostre osservazioni che partiranno dalle considerazioni già espresse dall’Istituto Superiore di Sanità”.