Gli attacchi informatici aumentano sempre più, ecco perché bisogna ricorrere ad innovazioni seguendo l’esempio dell’Abruzzo
Gli attacchi informatici sono azioni malevoli che mirano a compromettere la sicurezza di sistemi informatici, reti, dispositivi o dati. Questi attacchi possono essere condotti da individui o gruppi con intenti diversi, tra cui il furto di informazioni sensibili, danneggiare sistemi, interrompere servizi, o persino per motivi politici o ideologici. L’epoca storica in cui viviamo è particolarmente sensibile a questo tipo di attacco, in particolar modo la pubblica amministrazione.
Secondo i dati è il settore sanitario ad essere nel mirino degli attacchi informatici e ciò significa che i dai dei pazienti italiani sono in grave pericolo. Chi infatti viola la privacy dei dati sensibili dei pazienti trae molto profitto dal divulgarli illegalmente. Per provare a correre ai ripari le strutture cliniche italiane hanno dato vita ad iniziative volte a mettere in sicurezza i dati sensibili grazie al coinvolgimento di alcuni esperti in materia. Purtroppo però gli interventi sono stati relativamente pochi, quindi c’è ancora molto da fare in questo ambito. A distinguersi è la regione Abruzzo che, in questo ambito, dà l’esempio.
Innovazione tecnologica in campo sanitario: il caso dell’Abruzzo
Pare che l’Abruzzo si sia sempre collocato tra gli ultimi in quanto ad innovazioni nel sistema medico-sanitario. Eppure ultimamente sembra aver reagito con serietà ed ambizione alle difficoltà che si sono verificate nel recente passato. E quando diciamo difficoltà ci riferiamo all’attacco hacker subito il 3 maggio scorso dall’Asl 1 Avezzano-L’Aquila-Sulmona che oltre a bloccare i sistemi utilizzati, ha portato al trafugamento di centinaia di GB di dati.
Dietro a quanto avvenuto ci sarebbe un gruppo di cybercriminali riconducibile al cosiddetto “Gruppo Monti”. In tutta risposta è stata istituita una task force che, in meno di un mese, è riuscita nell’impresa di recuperare i dati e rimettere a regime i sistemi. Il team è stato guidato dal Dott. Riccardo Urbani ha inoltre rilanciato la sfida aderendo al Polo Strategico Nazionale. Questa è stata la prima amministrazione ad aderire a questo Cloud. In particolare attraverso il Polo lo Stato italiano si propone di mettere in sicurezza i dati delle PA semplificandone i processi, replicando poi la migrazione sul PSN anche per tutte le altre Aziende Sanitarie Locali abruzzesi, lanciandole, di fatto, in una nuova era tecnologica molto prima di tante altre omologhe appartenenti a regioni molto più quotate.
Insomma, il Dott. Urbani sembra essere il volto indiscusso della digitalizzazione della sanità abruzzese. La piattaforma “Abruzzo sanità online”, è diventato lo sportello virtuale attraverso cui gli abruzzesi hanno iniziato a prenotare visite ed esami, a scegliere e revocare il medico di base, ad ottenere informazioni sulla rete di strutture regionali. E con il recente lancio dell’app ad esso collegata e l’annuncio delle sperimentazioni avviate con l’obiettivo di proteggere da attacchi hacker gli apparati elettromedicali, sembra che l’Abruzzo possa fare da traino al rinnovamento della sanità pubblica del resto del Paese.
Una regione, insomma, da prendere ad esempio. Urbani e il pool di esperti da lui coinvolti sono, infatti, già impegnati nello sviluppo di sistemi combinati di realtà aumentata e intelligenza artificiale in ambito diagnostico e di refertazione, per non parlare del cosiddetto VNA (Vendor Neutral Archive), una soluzione digitale per la gestione centralizzata delle immagini mediche e dei dati clinici ad esse associati.
Cosa ne sarà del futuro della sanità
Che significa questo per il futuro della sanità? L’opportunità per i medici abruzzesi di poter consultare in tempo reale documentazioni fisicamente presenti in archivi di altre strutture distanti centinaia di chilometri. O ancora, la visualizzazione in 3D di un organo umano affetto da un tumore, così da poterne studiare le caratteristiche e proiettarvi le conseguenze di un intervento. Addirittura l’opportunità di poter agire da remoto muovendo apparecchiature robotiche nelle sale operatorie attraverso operazioni effettuate altrove. E che dire, poi, della rapidità delle comunicazioni medico-paziente, delle enormi potenzialità nell’ambito dell’istruzione e della formazione, delle best practice a livello locale che potrebbero in breve tempo essere replicate su più ampia scala.
Insomma, in Abruzzo il futuro è già presente. E si spera che questo possa essere un esempio anche per la sanità di tutte le altre regioni italiane. Tutto ciò sta accadendo a seguito di una situazione complessa come la pandemica, è vero, ma questo dà ancora più forza alla volontà di costruire un futuro più sicuro e moderno. Un futuro in cui la sicurezza dei dati dei pazienti sia maggiore. E un futuro dove la sanità faccia passi avanti nella cura delle malattie.