L’Abruzzo si posiziona in vetta alla classifica nazionale per quanto riguarda i nuovi testamenti biologici.
La regione segna un incremento significativo che testimonia l’importanza crescente di questa pratica nel panorama italiano.
Con una crescita del 52,5% nel 2023 rispetto al precedente anno, la regione dimostra una sensibilità e un’attenzione particolari verso tematiche di fine vita e autodeterminazione.
Un fenomeno in espansione
Nonostante siano trascorsi sei anni dall’approvazione della legge sui testamenti biologici, permangono lacune istituzionali e inadempimenti che non hanno frenato l’espansione di questo strumento. In particolare, Pescara emerge come la provincia con il maggior numero di Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (Dat) depositate in relazione alla popolazione maggiorenne: una ogni 90 abitanti. Questa tendenza non solo pone l’Abruzzo all’avanguardia a livello nazionale ma evidenzia anche un forte impegno locale nella promozione dei diritti civili fondamentali.
Sebbene Pescara e Teramo brillino per il loro impegno nella diffusione delle Dat, altre province abruzzesi come L’Aquila mostrano numeri decisamente inferiori, con una Dat ogni 408 abitanti. Queste disparità interne alla regione sollevano questioni importanti riguardanti l’accessibilità e la conoscenza degli strumenti legali disponibili per i cittadini.
Di fronte alle mancanze istituzionali, l’Associazione Luca Coscioni ha assunto un ruolo cruciale nell’informativa e nel supporto ai cittadini riguardo al testamento biologico. Marco Cappato e Filomena Gallo sottolineano come sia necessario sostituire lo Stato nell’erogazione di servizi essenziali legati ai diritti civili fondamentali, compresa la morte volontaria medicalmente assistita. L’aumento del 52% delle nuove Dat depositate nel 2023 rispetto al 2022 è visto positivamente, ma evidenzia ancora una volta l’inazione delle istituzioni su tematiche cruciali.
Per rispondere alle crescenti richieste di informazioni sulle Dat e sul fine vita, l’équipe medica guidata dal Dottor Mario Riccio si affianca ai volontari del “Numero Bianco”, fornendo assistenza diretta ai cittadini. Con oltre 15 mila richieste ricevute negli ultimi dodici mesi, il servizio conferma la necessità di un supporto informativo capillare sulla materia.