È venuto a mancare all’età di 83 anni, dopo una lunga e sofferta malattia, il giornalista Francesco di Miero.
Di Miero, con la sua penna affilata e la profonda conoscenza della cronaca politica, ha segnato un’epoca nel mondo dell’informazione italiana.
La scomparsa fisica di Francesco Di Miero lascia un vuoto personale nei cuori delle persone che lo hanno conosciuto ma anche una lacuna professionale nell’universo giornalistico italiano. L’eredità intellettuale che lascia è immensa: attraverso i suoi articoli, le sue analisi e le sue riflessioni continuerà a vivere nelle pagine della storia del giornalismo italiano come esempio virtuoso per le nuove generazioni.
Francesco di Miero ha iniziato il suo percorso professionale nel lontano 1967 quando si iscrisse all’Ordine dei Giornalisti. Da quel momento in poi, la sua carriera è stata un susseguirsi di successi e riconoscimenti. Per vent’anni ha lavorato come corrispondente per il Corriere della Sera, uno dei quotidiani più prestigiosi d’Italia. Ma non solo: è stato anche responsabile della redazione del Tempo di Pescara e collaboratore de Il Messaggero. La sua capacità di analizzare i fatti con acume e precisione lo ha reso un punto di riferimento per chiunque cercasse approfondimenti sulla politica nazionale ed internazionale.
Oltre alla cronaca politica, Di Miero si è distinto come opinionista. Le sue analisi erano ricercate per la loro profondità e rigore metodologico. Non si limitava a riportare i fatti ma offriva ai suoi lettori chiavi di lettura originali e spunti critici che stimolavano il dibattito pubblico. La sua autonomia di giudizio era apprezzata tanto dai colleghi quanto dai lettori che vedevano in lui una voce fuori dal coro capace di fornire interpretazioni lucide degli scenari politici in continua evoluzione.
La scomparsa di Francesco Di Miero ha lasciato un vuoto incolmabile nel mondo dell’informazione italiana. Stefano Pallotta, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti, ha espresso profondo cordoglio a nome dell’intera categoria: “La competenza di Franco nel campo della cronaca politica e amministrativa è stata un faro che ha illuminato molti; il suo contributo al dibattito pubblico con analisi sempre improntate a grande autonomia critica arricchiva ogni discussione rendendola più articolata ed interessante”. A queste parole si aggiungono le condoglianze rivolte alla famiglia da parte del consiglio dell’Ordine dei Giornalisti.