Il fermo biologico non ha senso per come concepito: l’appello dei marittimi

I marittimi non ci stanno: il fermo biologico, così come è concepito, non è funzionale alla salvaguardia delle attività di pesca.

Proprio per questo motivo, negli ultimi giorni le imprese del settore ittico rappresentate da Federpesca hanno partecipato a un incontro con il Ministero dell’Agricoltura per poter evidenziare il mancato pagamento dei fermi biologici, una maggiore flessibilità nella gestione delle giornate di pesca e la semplificazione di procedure burocratiche.

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I marittimi lamentano alcuni gravi problemi delle proprie attività dinanzi al Ministero – abruzzo.cityrumors.it – Fonte Pixabay

Problematiche che sono evidentemente molto sentite dall’associazione di categoria, la quale – subito dopo l’incontro con il Ministero – ha provveduto a convocare una riunione interna alla quale ha preso parte anche il dirigente regionale Vincenzo Staffilano, che ha apertamente evidenziato quali sono le criticità degli armatori abruzzesi e in particolare di Giulianova.

Le richieste dei marittimi

Un importante problema particolarmente sentito dai marittimi che operano nello scalo giuliese è la gestione del fermo biologico. Staffilano ricorda che “da anni chiediamo una flessibilità maggiore al Governo, sono circa 200 le giornate nell’anno in cui è possibile esercitare l’attività di pesca: gli armatori chiedono di poterle gestire in autonomia, per compartimento o per marineria, valutando anche il momento più opportuno per fermarsi, come quello legato alla riproduzione della fauna marina”.

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A parlare delle problematiche dei marittimi è il presidente di Federpesca – abruzzo.cityrumors.it – Fonte Pixabay

Nel dettaglio, stando a quanto condiviso dal presidente di Federpesca, il periodo più proficuo per il fermo biologico è quello primaverile, da aprile a giugno, poiché è proprio qui che si riproduce la maggior parte delle specie, e non certamente quello successivo, estivo, come agosto, che è il fulcro del turismo costiero.

In questo modo – aggiunge ancora Staffilano – ne risente anche la ristorazione, costretta a offrire congelati o pesce di importazione proveniente dal Nordafrica o dal Sudamerica, anziché il prodotto ittico locale, tipico dell’Adriatico: nel periodo agostano si riproducono per la maggior parte le triglie, una qualità poco utilizzata nella ristorazione”.

Inoltre, il presidente sottolinea come i marittimi devono ancora percepire dal Ministero il pagamento dei fermi biologici relativi al 2021: un ritardo che mette in difficoltà le imprese di pesca, già provate da difficoltà economiche e che in questo modo devono altresì anticipare i soldi degli stipendi.

Per risolvere gran parte dei problemi delle imprese del settore occorre stilare un programma strutturale a medio, breve e lungo termine e soprattutto, a livello regionale, sarebbe auspicabile la creazione di un consorzio fidi garanzia per la pesca, che non abbiamo mai avuto, al fine di incoraggiare le imprese a investire, offrendo così alle aziende una possibilità effettiva di ricevere liquidità” – ha concluso il presidente.

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