Fase tre in Abruzzo. Indagine Confcommercio: il 10% delle imprese del terziario a rischio usura

Una vera e propria “tempesta perfetta” si aggira  minacciosa sulle sorti del terziario abruzzese.

 

Il pericoloso combinato disposto del calo dei consumi e la carenza di liquidità, conseguenze del COVID 19, mette a rischio usura e di acquisizioni anomale da parte della malavita organizzata un settore che coinvolge 68.743  imprese ed occupa 190.467 addetti nei settori del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti, il così detto terziario di mercato abruzzese.

I risultati di un’indagine svolta da Confcommercio evidenzia tra gli ostacoli per la ripartenza percepiti dagli imprenditori del settore , che l’11,1% degli operatori del terziario (7.630 aziende in Abruzzo potenzialmente esposte al rischio) indica nella criminalità un ulteriore pericoloso ostacolo allo svolgimento della propria attività.

Sul piano dei veri e propri ostacoli per la ripartenza economica e occupazionale, le tematiche più sentite dagli operatori sono in ordine di percezione delle imprese interessate sono:

– LIQUIDITÀ E CREDITO                30,7%     (in Abruzzo 21.104)

– CALO DEI CONSUMI                   29,8%  (in Abruzzo 20.306)

– BUROCRAZIA.                              15,0%     (in Abruzzo 10.311)

– COSTI DI RIAPERTURA               13,3%  (in Abruzzo  9.142)

– RISCHI CRIMINALITÀ         11,1%. (in Abruzzo 7.630)

“L’Abruzzo finora ,nonostante i tentativi da parte della criminalità organizzata di infiltrarsi nel tessuto economico e sociale della nostra regione, non ha trovato  fortunatamente terreno fertile come in altri territori anche confinanti con la nostra Regione.

Tutto questo grazie ad un costante lavoro svolto dalle Forze  dell’Ordine e dal  sistema istituzionale allargato ai corpi intermedi composto da Associazioni di Categoria del sistema delle imprese e dai Sindacati nel loro  insieme e che hanno sempre tenuto alto il livello di guardia rispetto a tali pericolosi  rischi.

Da molti anni Confcommercio ha dedicato costantemente la propria particolare attenzione a tali delicatissime tematiche organizzando, peraltro, periodicamente le giornate della legalità in collaborazione con il Ministero dell’Interno e con le Prefetture proprio per monitorare ogni pur minimo segnale raccolto sui territori della nostra Regione.

Ora, purtroppo, la crisi conseguente alla pandemia COVID 19, apre una fase nuova e diversa sulle possibili acquisizioni anomale di aziende del terziario e di fenomeni di usura che dobbiamo oggi con ancora più determinazione contrastare ad ogni costo e, come abbiamo già riferito recentemente in un incontro svoltosi presso la Prefettura del Capoluogo, siamo a piena disposizione del Sistema Istituzionale con il quale abbiamo sempre collaborato fattivamente, per porre in campo ogni azione di monitoraggio e di contrasto sui potenziali rischi di deriva criminale che non appartengono alla tradizione del nostro tessuto economico e sociale.

Siamo fortemente  del parere che con un convinto lavoro di squadra con tutte le Istituzioni e le Forze dell’Ordine (che anche nel periodo più acuto del COVID hanno dimostrato la loro efficienza e la vicinanza alle popolazioni colpite e per questo siamo loro grati e riconoscenti) scongiurerà anche stavolta , ogni rischio di infiltrazioni per confermare che l’Abruzzo non è né sarà mai, territorio di conquista per la criminalità organizzata.

Così all’unisono hanno dichiarato il Presidente ed il Direttore Regionale di Abruzzo Confcommercio, Roberto Donatelli e Celso Cioni, a margine della presentazione dei dati dell’indagine svolta tra le imprese del terziario.”

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