È come se fosse sparito nel nulla più un comune grande come Montorio al Vomano (8.283). Lo studio del Cresa ha certificato che gli effetti negativi prodotti dall’epidemia Covid-19 hanno amplificato la tendenza al declino della popolazione abruzzese che è in atto già dal 2013.
In Abruzzo nel 2020 si è registrato il minimo storico di nascite (8.227) e il massimo storico (16.296) di decessi dal secondo dopoguerra ad oggi, con una forte riduzione dei movimenti migratori (-616). Al 31 dicembre 2020, la popolazione residente in Abruzzo ammonta a 1.285.256 unità, mostrando nel periodo in osservazione un deciso peggioramento del trend demografico (-4,1‰ nel 2018; -5,2‰ nel 2019 e -6,7‰ nel 2020).
Il calo maggiore nel trend demografico si è avuto proprio nell’ultimo anno. Per quanto riguarda l’andamento provinciale, si osserva che è L’Aquila nell’ultimo anno a riportare il più intenso decremento del -8,4‰, in lieve peggioramento rispetto al -8,3‰ del 2019 e più rilevante del -5,9‰ del 2018. Seguono Chieti (-6,4‰), che, dopo un affievolimento del calo nel 2019 (-4,8‰), vede peggiorare leggermente la variazione fortemente negativa del 2018 (-6,2‰), Teramo e Pescara, risultano entrambe in costante caduta negli ultimi anni (Teramo: -2,0‰ nel 2018, -4,6‰ nel 2019 e -6,9‰ nel 2020; Pescara: -2,1% nel 2018, -3,2% nel 2019 e -5,3‰ nel 2020). I numeri dimostrano come la diminuzione di residenti riguardi tanto le zone interne quanto la costa.
I numeri resi noti certificano anche il crollo dei matrimoni che sono stati 1.746 rispetto ai 3.800 del 2019, con una diminuzione pari al -54,1% e superiore al calo nazionale che è stato del 47,5%. Sono stati in particolare i matrimoni celebrati con rito religioso a calare in misura maggiore rispetto a quelli civili.
Nel 2020 L’Abruzzo ha registrato nel 2020 16,3 mila decessi, 1,7 mila in più rispetto all’anno precedente (+11,5%): per quanto riguarda i morti per Covid in Abruzzo sono stati 1.238, corrispondenti al 7,6% del totale, valore più elevato di quello che si osserva al livello della Mezzogiorno.
Sono soprattutto Pescara con 352 morti Covid e L’Aquila con 349 casi, in entrambe con un peso di poco superiore al 9%, a pagare il più alto tributo per decessi Covid. Chieti e Teramo si sono assestati su valori assoluti (rispettivamente 270 e 267 casi) e percentuali (5,6% e 7,1%) inferiori. Alle conseguenze immediatamente riconducibili al virus, dovute all’aumento dei malati, dei ricoveri ospedalieri e dei decessi, si sono sommati i contraccolpi che le misure volte a contenere la diffusione dei contagi hanno prodotto sulla vita delle persone con le restrizioni di movimento e l’ interruzione totale o parziale delle attività lavorative.
Per quanto riguarda le nascite Chieti ha registrato 2.289 nati (-56,1% nel confronto con l’anno precedente) che rappresentano il 27,8% del valore abruzzese, Pescara 2.127 (-18,9%), vale a dire il 25,9% del totale regionale, Teramo 1.942 (-46,3% su base annua) pari al 23,6% dei nati in Abruzzo e L’Aquila 1.869, in lieve decremento rispetto al 2019 (-4,3%) (22,7% dell’Abruzzo). I dati del Cresa hanno dimostrato come le misure adottate per contenere l’epidemia e la paura dei contagi abbiano fatto crollare i movimenti migratori.
Abruzzo | Al 31 dicembre 2020 risiedono 1.285.256 persone | Nel 2020 sono stati iscritti per nascita 8.227 bambini | Nel 2020 sono state cancellate per decesso 16.296 persone |
Abruzzo | Calo della popolazione -8.685 residenti –6,7‰ | Diminuzione delle nascite -273 bambini -32,1‰ | Aumento dei decessi +1.684 morti +115,2‰ |
Italia | Il calo è di poco inferiore (-6,4‰) | Il decremento è più intenso (-38,0‰) | Maggiore la contrazione (+176,1 ‰) |