Investimenti in parte già avviati, in primis in innovazione digitale e transizione ambientale, ed inseriti appieno nel quadro di ripresa che ha contraddistinto anche l’Abruzzo nel corso del 2021. Questo quanto al centro dell’incontro sul tema “Costruire il futuro: strategie e opportunità per l’economia abruzzese” organizzato da Intesa Sanpaolo presso la propria sede di via Colonnetta a Chieti, che ha visto una nutrita partecipazione anche del mondo associativo e imprenditoriale locale.
L’evento è stato aperto da Gennaro Strever, Presidente Camera di Commercio Pescara-Chieti, e Giuseppe Ranalli, Presidente Piccola Industria Confindustria Abruzzo.
A seguire Giovanni Foresti e Rosa Maria Vitulano, della Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, hanno presentato una approfondita disamina degli scenari e dei trend economici regionali con particolare attenzione ai Distretti Industriali dell’Abruzzo e con un focus particolare su Meccanica e Automotive.
Dati, dinamiche e valutazioni che hanno dato l’abbrivio alle riflessioni scaturite nell’ambito della tavola rotonda sul tema “Innovazione, sostenibilità, filiere e PNRR: le priorità da cogliere per il rilancio del territorio”, cui hanno preso parte il Direttore regionale Lazio e Abruzzo Intesa Sanpaolo, Roberto Gabrielli, il Presidente di Confindustria Abruzzo, Marco Fracassi, il Presidente della Carbotech di Martinsicuro, Lorenzo Dattoli, e la fondatrice e CEO della L.Transport di Pescara, Luciana Ferrone. Conclusioni affidate a Paolo Musso, Direttore Commerciale Imprese Lazio e Abruzzo Intesa Sanpaolo. A moderare l’appuntamento la giornalista Monica Di Pillo.
Secondo i dati illustrati nel corso dei lavori i livelli di Pil dell’Abruzzo già prima della crisi pandemica erano ancora al di sotto rispetto a quelli delle crisi precedenti, mentre per i dati del 2021 si stima un recupero rispetto ai minimi della crisi pandemica con ritmi prossimi a quelli dell’Italia nel suo complesso. Centrale la propensione all’export del sistema produttivo regionale, la presenza di distretti industriali ed il ruolo presente e prospettico delle filiere. “Appare verosimile – spiegano Giovanni Foresti e Rosa Maria Vitulano della Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo – che le imprese italiane possano trovare nuove opportunità di crescita dal ripensamento della global value chain. Dopo aver perso quote di mercato a favore dei paesi emergenti, le PMI italiane possono ora presentarsi come fornitori affidabili e vicini ai capofiliera europei e italiani, garantendo elevati standard qualitativi e di sicurezza degli approvvigionamenti”.
“Per ridare forza alla ripartenza che si era evidenziata nel 2021 e superare questa nuova fase di incertezza è fondamentale permettere alle nostre aziende di continuare il percorso intrapreso in termini di investimenti strategici in efficientamento energetico, digitalizzazione, valorizzazione dei rapporti di filiera. Per questo abbiamo attivato misure finanziarie per supportare le esigenze legate all’aumento del costo dell’energia e delle materie prime, permettendo loro di non frenare gli investimenti – ha spiegato Roberto Gabrielli, Direttore Regionale Lazio e Abruzzo di Intesa Sanpaolo -. Nei primi tre mesi dell’anno abbiamo erogato oltre 110 milioni di euro di nuovo credito alle imprese dell’Abruzzo, con una attenzione crescente ai finanziamenti S-Loan, una linea di finanziamenti che prevede un meccanismo di premialità al raggiungimento di specifici obiettivi di sostenibilità. Nell’arco temporale del PNRR – ha spiegato Gabrielli – Intesa Sanpaolo metterà a disposizione del Paese oltre 410 miliardi di euro di erogazioni, di cui 270 miliardi per le imprese. Mentre per sostenere il sistema delle filiere, che con il ridisegnarsi delle catene di fornitura a livello maggiormente regionale ed euro-mediterraneo può rappresentare un’opportunità importante per questo territorio, in Abruzzo abbiamo dato vita sinora ad 11 Accordi di Filiera che prevedono condizioni e strumenti finanziari ad hoc per oltre 450 aziende”.
ECONOMIA ABRUZZESE:
LO SCENARIO REGIONALE E IL RUOLO DEI DISTRETTI INDUSTRIALI
A cura della Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo
L’Abruzzo ha una buona incidenza di manifatturiero nel tessuto economico, che favorisce una propensione all’export pari al 29,5%, in linea con la media italiana (29,2%). Come altre regioni del Mezzogiorno, ha anche una maggior incidenza di imprese di piccole dimensioni (75% gli addetti nelle imprese micro e piccole verso una media italiana del 70%) che potrebbero risentire maggiormente degli effetti dell’attuale crisi per la minore forza contrattuale nel trasferire a valle gli incrementi di costi.
L’effetto congiunto dell’introduzione dei dazi e dei colli di bottiglia creati dalla pandemia sta portando ad un ripensamento delle filiere di fornitura verso un avvicinamento degli approvvigionamenti, trend che con ogni probabilità sarà ancora più cruciale alla luce delle nuove criticità create dal conflitto.
Tra le filiere più rappresentative dell’economia abruzzese, oltre all’alimentare e bevande (che conta oltre 2mila unità locali e 12.300 addetti) e all’abbigliamento (con oltre 780 unità locali e 6700 addetti) sono cresciute in regione la meccanica, che conta oggi 419 unità locali (erano 403 nel 2012) con un’occupazione complessiva di oltre 4.660 addetti (erano circa 4mila nel 2012) e l’automotive con 118 unità locali (erano 106 nel 2012) e 12.170 addetti circa (dagli 11.700 del 2012). Queste filiere a loro volta attivano altre produzioni, come i prodotti in metallo (1.430 unità locali e circa 10.400 addetti in Abruzzo), la gomma e plastica (229 unità locali e oltre 4.200 addetti), l’elettronica (96 unità locali e 2.870 addetti). Quello che appare e probabile è che le imprese italiane possano trovare nuove opportunità di crescita dal ripensamento della global value chain. Dopo aver perso quote di mercato durante la crescita tumultuosa dei paesi emergenti, le piccole e medie imprese italiane possono ora presentarsi come fornitori affidabili e vicini ai capofiliera europei e italiani, garantendo elevati standard qualitativi e di sicurezza degli approvvigionamenti.
Le esportazioni dell’Abruzzo sono cresciute nel 2021 ma non hanno ancora recuperato del tutto quanto lasciato sul terreno durante la pandemia: i livelli di export del 2021, 8,6 miliardi, segnano un +5% rispetto al 2020 ma sono ancora sotto dell’1% rispetto al 2019.
L’automotive, che da solo assorbe circa la metà dei flussi delle esportazioni regionali, è calato del 2% nel 2021 (-13% rispetto al 2019). Tuttavia alcuni settori manifatturieri stavano mostrando buoni segnali di recupero: in particolare si erano messi in evidenza la meccanica, che ha recuperato completamente nel 2021 i valori esportati nel 2019, la farmaceutica, che ha raddoppiato il proprio export tra il 2019 e il 2021, l’agro-alimentare (+12% rispetto al 2019), i beni intermedi come gomma e plastica e chimica (rispettivamente +6% e +37% rispetto al pre-pandemia) e l’elettronica (+33%).
Nel primo trimestre del 2022, l’export regionale conferma i valori dello stesso periodo del 2021 (+0,4% tendenziale). Il risultato risente soprattutto dell’andamento dell’automotive, particolarmente interessato dai temi della transizione elettrica e tecnologica, che chiude con un calo tendenziale del 19,3%. Al netto del settore auto l’evoluzione dell’export regionale sarebbe stata positiva (+20,9% rispetto ai primi 3 mesi del 2021, +26,5% rispetto al primo trimestre del 2019).
La Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo monitora in Abruzzo 5 distretti manifatturieri, specializzati nei settori del mobile, dell’abbigliamento e dell’agro-alimentare. Il distretto del Mobilio abruzzese si posizionava a fine 2021 ancora al di sotto di circa il 10% rispetto ai valori esportati nel 2019, ma ha registrato una forte accelerazione nel primo trimestre del 2022 (+22,1%). Stessa dinamica per i due distretti dell’abbigliamento Nord Abruzzese e Sud Abruzzese, che hanno sofferto per le restrizioni pandemiche: nonostante il buon recupero nel primo trimestre del 2022 (rispettivamente +47,1% e +23,5% tendenziale), necessiteranno ancora di tempo per recuperare i livelli pre-pandemici. Il settore agro-alimentare, con i distretti della Pasta di Fara e dei Vini del Montepulciano di Abruzzo, espressione delle eccellenze e del legame con il territorio, hanno già dato prova di resilienza nel periodo più duro della pandemia e stanno continuando nel loro percorso di crescita sui mercati internazionali (+6,3% e +14,4%).
Buone potenzialità si presentano anche per il settore turistico, che in regione potrà beneficiare, in questa fase di allentamento delle misure contenitive della pandemia, di una maggior propensione al turismo nazionale (quasi il 90% delle presenze turistiche sono da parte di clientela italiana) in un momento in cui le tensioni geopolitiche potrebbero scoraggiare i viaggi a lungo raggio.