La situazione in Abruzzo. “Si tratta di un testo composto di 6 capi e 21 articoli, che nasce dalla conoscenza e sperimentazione di una realtà ancora carente in Abruzzo circa una concreta ed effettiva parità di condizioni fra uomini e donne – così i consiglieri Silvio Paolucci, Dino Pepe, Antonio Blasioli, Pierpaolo Pietrucci, Marianna Scoccia, Americo Di Benedetto e Sandro Mariani dei gruppi PD, Legnini Presidente, Abruzzo in Comune e Gruppo Misto – Nella nostra regione ad oggi le donne sono 657.747, rappresentano il 51,2 per cento della popolazione regionale, pari a 1.285.256 persone stando alle ultime stime 2021. Il tasso di occupazione femminile nella Regione Abruzzo, infatti, si ferma al 46,4%, 3 punti sotto la media italiana del 2020 che è il 49%, questo a fronte di un tasso di occupazione maschile che è invece superiore a quello nazionale, pari al 68,7% (Italia, 2020, 67,2%). Peggiori i parametri relativi al reddito medio, che in Abruzzo stando ai dati de Il Sole 24 ore, è per le donne di 13.281 euro, arrivando addirittura a 8mila euro in meno rispetto ai 21.197 euro maschili. ll presupposto di tale proposta di legge parte dall’assunto che senza parità di genere non può raggiungersi un sistema equo di cittadinanza e convivenza, né può esserci un reale sviluppo socio-economico del territorio con questa situazione a cui si aggiunge il fatto che le donne sono anche quelle che più hanno sofferto la pandemia, che ammalandosi hanno perso lavoro e possibilità. È la parità tra i sessi, in ogni settore in cui si sviluppa la personalità di ciascun essere umano, l’unica strada per ridisegnare un nuovo modello di società basato su equilibrati rapporti tra donne e uomini, come insegnano realtà che la sperimentano. Ma anche se la nostra Costituzione sancisce l’uguaglianza di ogni cittadina e ogni cittadino davanti alla legge (art. 3 Cost.), stabilendo in principio che non può esservi discriminazione basata sul sesso, ma la realtà è, purtroppo, ben diversa. In Italia e nella nostra regione. L’Abruzzo può fare la differenza, altre regioni si stanno muovendo in tal senso, come il Lazio, da cui il testo trae ispirazione, promuovendo una legge che tenga conto della realtà e abbia gli strumenti per cambiarla in meglio: la dotazione finanziaria a copertura delle misure ammonta a circa 4 milioni di euro, spalmati su tre annualità 2021-2023”.
Le donne e il lavoro. Il tempo dedicato alla famiglia e al puerperio si traduce in perdita della posizione raggiunta prima dell’astensione obbligatoria, nonché in un mancato aggiornamento dei cambiamenti che, nel frattempo, potrebbero aver avuto luogo presso il datore di lavoro. Questa situazione condiziona diversi ambiti della vita quotidiana. Si pensi all’assunzione di ruoli apicali in società pubbliche o a partecipazione pubblica, nonché alla partecipazione delle donne nelle giunte comunali. Secondo un recente studio dell’Eurostat, le donne italiane, nelle aziende private, percepiscono all’incirca il 20,7 per cento in meno rispetto ai colleghi uomini e, in Abruzzo, il reddito medio delle donne è di circa il 40% inferiore a quello degli uomini. Ferma restando la minore retribuzione riconosciuta alle donne nel settore privato, le ragioni di tale divario non sono immediatamente percepibili, avendo peraltro origini apparentemente innocue. Alle donne, infatti, viene spesso offerto un impiego part – time sul presupposto che un lavoro a tempo pieno non sarebbe compatibile con le attività di cura familiare. Tale “segregazione” oraria esclude automaticamente molte donne da funzioni e ruoli di primo livello che, spesso, richiedono un impegno full- time.
Le proposte contenute nel disegno di legge.
Favorire l’equità retributiva. Il Capo II, rubricato “Strumenti per l’attuazione della parità retributiva tra uomini e donne e la rimozione dei differenziali retributivi di genere”, stabilisce, in via di principio, l’impegno della Regione a favorire la parità retributiva nelle aziende ricadenti nel territorio di sua competenza anche attraverso benefici economici (art. 2); istituisce un registro delle aziende virtuose, ovvero quelle aziende che applicano la parità salariale (art. 3); istituisce la Giornata regionale contro le discriminazioni di genere sul lavoro da realizzare insieme alla Commissione regionale per la realizzazione delle pari opportunità e della parità giuridica e sostanziale tra donne e uomini di cui alla L.R. 14 giugno 2012, n. 26 (art. 4).
Fare largo alle donne. Il Capo III, denominato “Strumenti per il sostegno alla sfera lavorativa delle donne”, consta di otto articoli e prevede:
Gli strumenti per agire. Il Capo IV, denominato “Strumenti per la valorizzazione delle competenze delle donne”, detta disposizioni per: sostenere l’imprenditorialità femminile, attraverso:
Sostegni speciali alle lavoratrici. Il Capo V, denominato “Strumenti per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”, riconosce buoni e voucher per il pagamento del servizio di baby-sitting e per la figura del caregiver (art. 16); incentiva l’affermazione di buone pratiche territoriali e la diffusione delle pari opportunità e, al fine di favorire la conciliazione tra i tempi di vita e i tempi di lavoro (art. 17).