La FP CGIL e la FP CGIL Medici Abruzzo Molise ieri non hanno sottoscritto l’accordo con la Regione Abruzzo per il pagamento della premialità alle lavoratrici ed ai lavoratori del Servizio Sanitario Regionale per l’emergenza COVID 19.
Ben oltre le questioni relative al metodo con cui l’Ente regionale approccia le parti sindacali, convocate per firmare un accordo sul quale le posizioni erano notoriamente e sicuramente ancora lontane, nel merito dell’intesa numerose le questioni non condivise ed inaccettabili nel rispetto di tutte le lavoratrici ed i lavoratori che, anche nel periodo dell’emergenza da COVID 19, hanno profuso il massimo impegno per garantire le attività di cura alla popolazione abruzzese. L’accordo proposto è fortemente divisivo perché, diversamente da quanto richiesto, non tiene conto di quanto le lavoratrici ed i lavoratori in servizio nel periodo emergenziale, specie nei mesi di marzo ed aprile, durante il quale, è noto a tutti, quali siano state le condizioni di lavoro nelle aziende e negli enti del servizio sanitario regionale, hanno contribuito, certo su una scala di graduazione diversa, affinché il servizio sanitario pubblico regionale non implodesse.
Invece si escludono tante lavoratrici e tanti lavoratori. Anche quelli in quarantena oltre tutti i professionisti che pur facendo parte del servizio sanitario regionale non hanno un rapporto di lavoro diretto alle dipendenze delle Aziende.(convenzionati/specializzandi/ecc.) Se il rinvio alla contrattazione aziendale è un aspetto positivo, per altro da noi richiesto, pensiamo però che non prevedere dei margini ragionevolmente ampi e cogenti e delle risorse adeguate entro le quale poi la contrattazione decentrata avrebbe potuto dare l’auspicato e giusto riconoscimento al contributo di tutti equivale esclusivamente a spostare il problema a livello di singola azienda aprendo conflitti e divisioni tra lavoratrici e lavoratori e per noi questo è inaccettabile, come pure prevedere che tale premialità vada erogata in base ad una ulteriore valutazione successiva quindi ulteriore rispetto alla presenza durante l’emergenza. Molte le richieste di parte sindacale non recepite neppur parzialmente dai tempi di vestizione, che fagocitano le miglior condizioni già in essere almeno in una Azienda, alla esclusione dei dipendenti del IZS di Teramo come pure di tanti professionisti che a vario titolo hanno fatto fronte comune all’emergenza.
Molto blando l’impegno per i lavoratori dei servizi esternalizzati circa la premialità e nessun impegno politico sui noti temi, rete ospedaliera e territoriale, RSA, livelli di assistenza, integrazione socio-sanitaria, rispetto ai quali le organizzazioni sindacali confederali, in questo caso unitariamente, hanno chiesto prima, durante e dopo il periodo emergenziale di avviare il confronto non ricevendo nessun riscontro. Temi sottolineiamo che fortemente impattano sul diritto alla salute dei cittadini ma sono altrettanto ineludibili anche ai fini della qualità del lavoro nelle ASL e negli enti del SSR e pertanto di primaria importanza per le lavoratrici ed i lavoratori della sanità abruzzese. Non siamo e non saremo disponibili ad accordi forzati e lontani per altro dal mandato ricevuto dalle iscritte e dagli iscritti.