Teramo. “Dopo l’incontro del 2 luglio 2020 a Roma, convocato per affrontare le problematiche connesse alla sicurezza in vista della riapertura delle attività didattiche in presenza a settembre, occorre che gli Enti locali, alla luce del Piano scuola 20/21 adottato dal Ministero dell’Istruzione il 26 giugno 2020, convochino tavoli tecnici per affrontare i numerosi nodi da sciogliere”, dice la FLC CGIL Teramo in una nota.
“Nell’allegato tecnico di detto protocollo si fa esplicito riferimento alle competenze specifiche degli Enti locali. “Istituzione di Conferenze dei servizi, finalizzate ad analizzare le criticità delle singole istituzioni scolastiche che insistono sullo specifico territorio, individuando modalità d’intervento e soluzioni operative”.
La FLC CGIL di Teramo chiede ai sindaci e alla Provincia di “organizzare rapidamente le Conferenze di servizi per raccogliere le proposte provenienti dalle scuole, alle quali è bene che partecipino i rappresentanti dei lavoratori delle stesse istituzioni scolastiche che hanno dei compiti specifici in tema di sicurezza. Per recuperare spazi, arredi e strumentazione occorre il coinvolgimento diretto di chi sta dentro la scuola. Per chiedere nuovi organici dei docenti e di personale ATA, c’è bisogno di un’interlocuzione con chi rappresenta i lavoratori, con le organizzazioni sindacali”.
“Le misure da predisporre dovranno avere come riferimento la situazione epidemiologica attuale, perché nessuno è oggi in grado di definire con certezza lo scenario che avremo il 15 settembre. Al momento, per il CTS, mascherina, distanziamento minimo di 1 metro e igiene personale sono i tre pilastri che costituiranno le basi di riferimento a cui bisognerà attenersi per la progettazione della ripresa dell’attività scolastica. Come rendere compatibili queste misure con il fare scuola quotidianamente è questione da affrontare urgentemente a partire da ogni istituzione scolastica. La programmazione per la ripartenza è obiettivamente in ritardo e le istituzioni scolastiche in questi giorni sono chiamate a svolgere una riprogrammazione degli spazi e dei tempi senza avere un quadro chiaro delle disponibilità di risorse e di edifici scolastici disponibili.
Occorre fornire ai dirigenti scolastici dati certi e inequivocabili sul distanziamento, per evitare soluzioni diversificate da territorio a territorio e da scuola a scuola. In base ad esso si determinano sia il fabbisogno di spazi e arredi di ciascuna scuola, sia il fabbisogno di ulteriore organico docente e ATA. Per questo c’è bisogno di convocare rapidamente Conferenze di servizio organizzate dai comuni interessati e dalla provincia in modo da affrontare le varie emergenze esistenti”.