A siglare l’intesa sarà presto anche la Regione Puglia, dal momento che il presidente Michele Emiliano non ha partecipato all’incontro perché trattenuto in Puglia da problematiche legate alla gestione dell’emergenza covid-19. È intervenuto, però, in collegamento video, il capo di Gabinetto della Regione Puglia, Claudio Michele Stefanazzi. Alla riunione tecnica che ha preceduto la conferenza stampa hanno preso parte, invece, il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, quello delle Marche, Francesco Acquaroli, il presidente molisano Donato Toma, e l’assessore pugliese con delega ai Trasporti, Giovanni Giannini.
“Abbiamo condiviso un protocollo per lo sviluppo del Corridoio Adriatico – ha esordito Marsilio, nella veste di coordinatore dei presidenti delle quattro Regioni adriatiche, “ed è forse la prima volta, da quando esistono le Regioni, che si fa un ragionamento di così ampio respiro. Una situazione nuova che mette queste Regioni nelle condizioni di proporre al Governo nazionale e, per il suo tramite, all’Europa, il tema del recupero del divario infrastrutturale che colpisce la dorsale adriatica centromeridionale. Infatti, – ha aggiunto – se con l’Unità d’Italia è nata la questione meridionale, cioè il divario tra nord e sud, nel corso del tempo è emerso anche quella legata al gap tra est ed ovest.
La dorsale tirrenica, – ha spiegato – facendo leva sull’esistenza di metropoli come Roma e Napoli e su quella di grandi centri urbani, si è via via avvantaggiata secondo una logica costi-benefici”. Marsilio ha sottolineato che il problema del ritardo infrastrutturale vale sia per la dorsale appenninica, e quindi per le aree interne, che per la fascia costiera. “Negli anni, – ha affermato – questo divario ha fatto in modo che, mentre sulla dorsale tirrenica, i treni corrono fino a 300 chilometri all’ora, sul versante adriatico non raggiungono neppure i 200 chilometri all’ora. Gli interventi che intendiamo sollecitare possono portare i treni, nell’immediato, a raggiungere almeno i 200 chilometri all’ora di media sull’intero tracciato per poi aprire un capitolo di trattativa con il Governo per progettare una vera nuova Alta Velocità che possa diminuire le differenze sia in relazione al trasporto merci che per quello del trasporto dei passeggeri.
Questo – ha spiegato Marsilio – sia nell’ottica di favorire il turismo che per lo sviluppo dei traffici commerciali”. Un capitolo simile è quello del potenziamento dell’arteria autostradale. “La A14, – ha detto ancora Marsilio – è un’autostrada vecchia e superata, ha una terza corsia che si interrompe a Porto Sant’Elpidio servendo solo gran parte delle Marche ma tagliando fuori Abruzzo, Molise e Puglia. C’è poi una condizione di sottosviluppo dei porti e degli aeroporti in questa area vasta interregionale. Ora, – ha concluso – visto che l’emergenza Covid-19 sta provocando una risposta sia da parte del Governo nazionale che dell’Europa, puntiamo ad inserirci nel dibattito legato al piano di resilienza e recupero che si sta facendo a livello nazionale con la forza di quattro Regioni che mettono insieme circa 7 milioni di abitanti, più del 10 per cento della popolazione italiana”.
Il presidente della giunta regionale delle Marche, Francesco Acquaroli, dopo aver ringraziato Marsilio per il repentino coinvolgimento e gli altri presidenti per aver saputo cogliere l’occasione di sedersi attorno ad un tavolo per “rappresentare le carenze infrastrutturali di una dorsale, quella adriatica, oggettivamente penalizzata a trecentosessanta gradi rispetto alla possibilità di creare ulteriore sviluppo ed alla capacità di immaginare una ampliamento delle relazioni a livello interregionale ed internazionale. Un handicap pesante – ha detto Acquaroli – perché quando non si ha la possibilità di muoversi rapidamente, non solo si va a danneggiare l’intera economia ma soprattutto le aspettative di prosperità delle giovani generazioni.
In questo contesto, le infrastrutture rappresentano elementi essenziali per progettare la capacità di rilancio dei nostri territori e renderli davvero competitivi. Sono infrastrutture necessarie per ampliare la capacità di coinvolgimento politico oltre che lungo la dorsale adriatica anche rispetto all’asse che lega il mare Adriatico all’altra sponda: elementi importanti sia a livello economico che culturale e sociale. Non dobbiamo assolutamente perdere il treno che fino ad ora ha visto le regioni tirreniche accumulare un grande vantaggio. Il nostro intento – ha concluso Acquaroli – è quello di evitare un danno ulteriore che finirebbe per continuare a penalizzare l’intero Paese”. Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente della Giunta regionale del Molise, Donato Toma, secondo cui “da soli non si va da nessuna parte se si intede costruire il futuro. In realtà, abbiamo già fatto un passo nel futuro – ha aggiunto – poiché lo sviluppo delle aree vaste rappresenta proprio il futuro. Mettere insieme le energie può creare delle sinergie.
Abbiamo molte cose in comune ma ogni regione ha delle peculiarità su cui bisogna fare sinergia e questo porterà i nostri territori ad uno sviluppo economico più omogeneo. Non saremo in contrapposizione con il Governo ma faremo massa critica con un occhio sempre aperto al dialogo. Marsilio – ha concluso Toma – sarà il nostro centravanti rispetto questo progetto di sviluppo infrastrutturale”. Assente giustificato il presidente Emiliano, in sua rappresentanza, è intervenuto il capo di Gabinetto Stefanazzi che, dopo aver ringraziato Marsilio, per l’iniziativa odierna, ha rimarcato come, “partendo dagli studi di collaborazione nei primi mesi di emergenza Covid, ha visto le Regioni fianco a fianco indipendentemente dal colore politico, siamo in una fase in cui, nell’interesse delle regioni del centro sud, dovremo immaginare di replicare iniziative come questa perché solo attraverso questo spirito di condivisione riusciremo probabilmente ad intercettare quella fetta di risorse finanziarie che dovrebbero arrivare in Italia nei prossimi mesi. Il tema infrastrutturale – ha concluso- è centrale ma non è l’unico tema legato al divario nord-sud ed est-ovest”.