Come difendersi dalle frodi telematiche: ce lo spiegano in Abruzzo

Sono più 1.000 i casi di sicurezza cibernetica rilevati nel solo mese di gennaio, a livello nazionale, dalla Polizia postale.

Ad accertarlo sono i dati condivisi nel corso della conferenza internazionale di CyberSec 2024, nel quale si è anche fatto il punto su quali possono essere i veicoli mediante i quali i pericoli vengono diffusi: non cliccare su determinati link sospetti, che spesso sono contenuti in falsi annunci, è per esempio la raccomandazione principale degli esperti.

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Si torna a parlare di cybersicurezza anche in Abruzzo – abruzzo.cityrumors.it – Fonte Pixabay

Proprio per questo motivo anche sul territorio abruzzese si sta cercando di prevenire con particolare intensità – e contrastare dall’altro lato – gli attacchi informatici agli enti locali, come quello che lo scorso anno fu tenuto alla Asl dell’Aquila.

Un’attività di formazione in tutti i comuni

Valutati tali pericoli, ricordiamo come qualche giorno fa a Pescara, nella sede del consiglio regionale, sia stato stipulato un protocollo d’intesa dalla dirigente del Centro operativo per la Sicurezza cibernetica della Polizia postale per l’Abruzzo Elisabetta Narciso e dal presidente dell’Anci Gianguido D’Alberto.

Cybersicurezza
Cresce la consapevolezza sul tema della cybersicurezza – abruzzo.cityrumors.it – Fonte Pixabay

Entro l’estate, sancisce ancora l’accordo, verrà avviata un’attività di formazione sui sistemi e sulle tecnologie informatiche utilizzate dai comuni abruzzesi, cominciando da quelli con più di 15mila abitanti.

Ricordiamo anche che, a confermare l’importanza del protocollo, alla sua firma era presente anche il questore di Pescara Carlo Solimene, che ha sottolineato quanto sia “importante mettere in sicurezza i dispositivi informatici degli enti, considerando che gli attacchi hanno interessato anche comuni di grandi dimensioni come Palermo. Avere dei segnali su eventuali pericoli, per riconoscerli in maniera tempestiva, è utile – precisa ancora il questore – nell’azione di contrasto che i nostri specialisti della polizia postale riusciranno poi a portare avanti. Attraverso un’adeguata formazione è possibile prevenire e contenere attacchi informatici da parte di organizzazioni malavitose anche con l’inoculazione di “ransomware” (software che limita l’accesso del dispositivo che infetta)”.

Infine, Narciso rammenta come i percorsi informativi interesseranno poi tutto il personale e come “l’avvio della collaborazione tra la polizia, che tramite il Centro nazionale anticrimine informatico per la Protezione delle infrastrutture critiche del servizio Polizia postale di Roma svolge già un’attività di prevenzione e repressione dei crimini informatici, è fondamentale per una tempestiva comunicazione degli attacchi e degli accessi illeciti”.

Insomma, una mobilitazione ampia e su più livelli, con la speranza di poter ridurre l’incidenza e la portata di questi rischi informatici.

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