Chiuse migliaia di aziende: la provincia di Pescara in crisi, insieme a tutto l’Abruzzo

Gli ultimi dati della Cna certificano l’emorragia di imprese nella provincia di Pescara, che ha perso 861 imprese artigiane dal 2018 ad oggi. Male anche il resto dell’Abruzzo, con nessun settore che sembra essere stato risparmiato dalla crisi.

E così, afferma la Cna, dal 2018 ad oggi l’Abruzzo ha perso 2.728 imprese artigiane, con il già accennato record negativo della provincia di Pescara, che in questa ben poco invidiabile classifica precede Chieti con un saldo negativo di 750, L’Aquila con 560 e Teramo con 557.

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In Abruzzo negli ultimi 5 anni si è verificata una vera e propria emorragia di imprese – abruzzo.cityrumors.it

Non solo. Proprio l’Abruzzo ha la peggiore performance italiana, ad eccezione di quella delle Marche, in relazione a quanto accaduto nell’ultimo quinquennio.

Entrando ancora più nel dettaglio, oggi sono presenti in Abruzzo 27.168 imprese artigiane, contro le 28.896 del 2018, con una variazione negativa regionale pari a un calo del 9,12%, quasi il triplo della media nazionale pari a – 3,25%.

L’artigianato abruzzese in Pericolo

Guardando poi alle prestazioni delle singole province, Pescara al 31 dicembre 2018 contava 7.174 imprese artigiane, ridottesi a 6.313 unità, con un calo del 12%. A Chieti il totale è passato dalle 8.329 unità del 2018 alle 7.579 del 2023 (- 9%). A L’Aquila si è passati da 6.704 a 6.144, per un calo dell’8,35%, mentre a Teramo la chiusura delle attività ha condotto le imprese da 7.689 a 7.132 unità, per una flessione del 7,24%.

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Le imprese artigiane abruzzesi hanno sofferto molto più della media nazionale – abruzzo.cityrumors.it

Si noti altresì come il report evidenti che nessun settore produttivo è stato risparmiato dal crollo. Le costruzioni sono quelle che hanno sofferto di più, con 926 imprese perse in cinque anni, per un volume relativo pari a 15 volte la media nazionale.

Per quanto riguarda invece le attività manifatturiere e i trasporti, i settori segnano decrementi rispettivamente di 895 (-13,29%) e 304 unità (-20,54%). La ristorazione ha visto perdere 184 attività (-17,79%), mentre le riparazioni auto hanno ceduto 236 imprese artigiane, con un calo del 10,33%. I servizi per la persona hanno perso 55 attività con un calo dell’1,19%, mentre il settore pulizia e giardinaggio ha visto un calo di 5 imprese pari a – 0,48%.

Passando poi alle cause di questa drastica perdita delle imprese, la Cna richiama più fattori ed elementi, come le politiche in materia di accesso al credito, di contenimento dei costi per l’energia, di stimolo all’internazionalizzazione e alla digitalizzazione, e ancora sulla trasmissione d’impresa e sulla formazione professionale.

 

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