Chi sono i due candidati che la commissione antimafia non vuole in Abruzzo

Come riportato dal quotidiano La Repubblica, sono in corso le verifiche della Commissione Antimafia su due candidati alle regionali in Abruzzo.

Ad affermarlo è la stessa presidente dell’Antimafia, Chiara Colosimo, che ha dichiarato come i due candidati “risultano in violazione del codice di autoregolamentazione” secondo quanto segnala la Commissione parlamentare Antimafia “in seguito alla verifiche svolte dalla Commissione”.

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L’Antimafia indaga su due candidati alle regionali in Abruzzo – abruzzo.cityrumors.it – Fonte Pixabay

Pronta è stata la replica dei due candidati interessati dalle verifiche, che sottolineano la serenità delle proprie posizioni, in attesa che l’Antimafia concluda le proprie indagini. In altri casi viene invece negata ogni responsabilità, sostenendo come siano ancora in corso le valutazioni della questione da parte dei tribunali competenti.

Chi sono i due candidati oggetto di attenzione da parte dell’Antimafia

I due candidati in questione sono Simona Fernandez, candidata con Alleanza Verdi Sinistra, e Vincenzo Serraiocco, candidato con Noi Moderati.

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Una delle due candidate oggetto di tali verifiche respinge duramente al mittente le accuse – abruzzo.cityrumors.it – Fonte Pixabay

In particolare, prosegue ancora il quotidiano, nei confronti di Simona Fernandez, candidata al consiglio regionale per la lista Alleanza verdi sinistra – Abruzzo progressista e solidale, “risulta disposto il giudizio con decreto del Gip presso il Tribunale di Taranto (dibattimento in corso di svolgimento), per il reato di cui agli artt. 110, 356 c.p. (concorso nel reato di frode nelle pubbliche forniture), in violazione dell’articolo 1, comma 1, lettera b) del codice di autoregolamentazione” – si legge nelle dichiarazioni di Colosimo.

Nei confronti di Vincenzo Serraiocco, invece, candidato al consiglio regionale per la lista Noi moderati con “decreto del Gup presso il tribunale di Pescara è stato disposto il giudizio (dibattimento in corso di svolgimento) per il reato di cui agli artt. 81, 110 c.p., 216, comma 1 e 2 e 223, legge fallimentare (concorso in reato continuato di bancarotta fraudolenta) in violazione dell’articolo 1, comma 1, lettera o) del codice di autoregolamentazione” – dice ancora Colosimo.

Pronta la replica degli interessati, con Fernandez che sottolinea l’addebito di un’unica responsabilità, quella di aver denunciato e documentato alla Guardia di Finanza, con il relativo sonoro, un evidente tentativo di corruzione nei suoi confronti da parte di un funzionario pubblico relativo al ruolo che ricopriva allora.

Se questo è un reato ne sono orgogliosa. Per quanto riguarda il processo aperto successivamente per una presunta “frode in appalto” non solo nego ogni mia responsabilità ma è dal 2017 che aspetto che il Tribunale di Taranto affronti la questione come ho più volte richiesto” – afferma Fernandez.

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