Dopo 14 anni di trattative, il sindacato S.L.A.-CISAL ha abbandonato il tavolo aziendale locale 7° Tronco Autostrade per l’Italia Pescara.
“Le ragioni sono molteplici e vogliamo renderle manifeste a tutti i lavoratori e all’opinione pubblica – spiegano – Nel tempo abbiamo avuto un atteggiamento collaborativo con l’azienda e la nostra stella polare è stata sempre quella della tutela dei diritti dei dipendenti, il riconoscimento delle loro specifiche qualifiche e la piena salvaguardia di quanto stabilito dal CCNL in merito alle assunzioni, alle trasformazioni contrattuali e ai trasferimenti. Troppe volte, a partire dalla chiusura dell’M.C.R. di D.T. Pescara, abbiamo registrato un atteggiamento unilaterale da parte dell’azienda. L’esempio lampante è proprio quello della tecnica dei trasferimenti di ufficio dopo la chiusura dell’M.C.R. di Pescara: dei cinque dipendenti, quattro sono stati costretti ad essere ricollocati a 100 km di distanza, mentre solo uno ha avuto il privilegio di rimanere ubicato a Pescara, senza che l’azienda fornisse le ragioni precise di questa scelta. Ma non è questo l’unico caso. Pensiamo ad esempio alla vicenda di un nostro coordinatore d’impianti, colpito, nel 2016, anch’egli da un improvviso trasferimento d’ufficio definito temporaneo (istituto non contemplato nel nostro CCNL). Solo la tenace battaglia, condotta esclusivamente dalla nostra sigla sindacale, ha permesso la risoluzione della vergognosa vicenda. Il tentativo di depotenziamento della nostra sigla, orchestrato dall’azienda, andò fallito”.
E ancora: Dobbiamo inoltre ricordare a tutti le fantasiose scelte, nell’agosto del 2017, che hanno contraddistinto l’allora coordinatore del CE4, il quale con molta creatività assegnava ai dipendenti adibiti alla viabilità mansioni preposte alla Manutenzione. Tali mansioni venivano svolte di notte, al di fuori dell’assegnazione stabilita dal CCNL e in condizioni operative addirittura potenzialmente rischiose per l’incolumità del lavoratore stesso. Anche in questo caso abbiamo condotto una battaglia da soli, grazie alla tenacia e all’autonomia che ci contraddistinguono. Per noi la difesa dei lavoratori e dei loro diritti non si è mai tradotta in una “campagna acquisti” di nuovi tesserati. Per questa ragione ci rifiutammo di firmare il provvedimento gestionale del 1 Maggio 2019 sui trasferimenti, perché ritenemmo che la scelta aziendale avesse violato pienamente i regolamenti Nazionali. Lo stesso disgustoso spettacolo è avvenuto con le trasformazioni. A quale logica risponde il criterio utilizzato dall’azienda in questo caso? Se è stato sottoscritto un accordo in cui si afferma che il casello deve essere presidiato, tramite organici congrui, h24 dal personale di Esazione, per quale motivo moltissime stazioni non rispettano questi standard? Questa è l’ennesima trasgressione ad accordi nazionali che prevedono una congrua presenza di personale con contratti full time. E aggiungiamo che questa regola vale anche per l’Esercizio e per gli Impianti”.
E concludono: “Le vicende che contraddistinguono questi ultimi due comparti verranno elencate nel prossimo comunicato sindacale. Ci siamo limitati qui solo a presentare alcuni degli svariati aspetti critici riscontrati in questi anni. Potremmo stilare una lunga enciclopedia se andassimo a raccontare altri aspetti della vita lavorativa quotidiana, a partire dalla disgustosa vicenda dei bagni chimici nella stazione autostradale di Giulianova-Mosciano. Sono sette anni che attendiamo il nuovo fabbricato. Mentre aspettiamo, i dipendenti finiscono per imbattersi in spiacevoli situazioni, tra cui spiccano persino furti e rapine”.