Lo strumento, per come è stato concepito dalle istituzioni italiane, di fatto viola la disposizione europea secondo la quale nessun provvedimento può essere adottato per condurre all’obbligatorietà del vaccino. “In totale dispregio dell’ultimo capoverso dell’art 32 della Costituzione, che rappresenta aspetto inderogabile e assoluto (la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti)”, si legge nella diffida firmata da oltre 100 avvocati del gruppo, “dove nel comma due specifica che nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per dispozione di legge, il Green Pass di fatto costringe alla vaccinazione per poter svolgere qualsiasi attività professionale”.
Inoltre, continua la diffida, “l’articolo n. 36 del Regolamento UE 953/2021 precisa sia necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici, perché non rientrano nel gruppo di destinatari per cui il vaccino anti COVID-19 è attualmente somministrato o consentito, come I bambini, o perché non hanno ancora avuto l’opportunità di essere vaccinate o hanno scelto di non essere vaccinate”. Pertanto “il possesso di un certificato di vaccinazione, o di un certificato di vaccinazione che attesti l’uso di uno specifico vaccino anti COVID-19, non dovrebbe costituire una condizione preliminare per l’esercizio del diritto di libera circolazione o per l’utilizzo di servizi di trasporto passeggeri transfrontalieri quali linee aeree, treni, pullman, traghetti o qualsiasi altro mezzo di trasporto.
Inoltre, il presente regolamento non può essere interpretato nel senso che istituisce un diritto o un obbligo a essere vaccinati”. Ulteriori aspetti concernono la violazione della privacy ed il trattamento dei dati sensibili nonché la possibilità per I ristoratori, I gestori di palestre e piscine, di bar e musei, di sostituirsi ai pubblici ufficiali. La diffida, quindi, ha lo scopo di invitare I gestori di esercizi pubblici ad erogare I servizi senza generare emarginazione sociale e discriminazione tra vaccinati e non, con contestuale invito rivolto alle istituzioni a verificare gli aspetti del decreto violativi del regolamento UE. “Il malumore generato dal green pass è conseguenza dell’assenza di valide terapie domiciliari precoci”, afferma Grimaldi, “che affiancate ad una campagna di vaccinazione, effettuata con cautela e trasparenza, avrebbero evitato uno strumento così restrittivo, a ridosso del periodo estivo”, commenta il presidente Eriche Grimaldi.