Avete mai sentito parlare dei castelli infestati da fantasmi in Abruzzo? In questi luoghi potrete organizzare itinerari del terrore
Oltre alla Costa dei Trabocchi, i borghi medievali, gli arrosticini di pecora e i Parchi Nazionali, l’Abruzzo è presente nella classifica delle regioni più infestate dai fantasmi. Ebbene sì, oggi vi porteremo alla scoperta dei fantasmi abruzzesi.
L’Abruzzo è una regione ricca di leggende, storie, miti e anche di fantasmi che infestano diverse località, soprattutto castelli. Perciò, se volete organizzare un viaggio nel mondo dell’ignoto e del paranormale, state leggendo l’articolo giusto. Prendete appunti e pianificate la vostra partenza, vi portiamo nelle case infestate dagli spiriti.
Abruzzo infestato: scopri i luoghi abitati dai fantasmi
L’Abruzzo è una regione in cui si tramandano da secoli storie di fantasmi, streghe e spiriti maligni, che disturbano e spaventano gli abitanti di questa terra. Tra i castelli più infestati, troviamo quello di Chiola, situato a Loreto Aprutino, in provincia di Pescara. In questo edificio si può dormire, passando una notte tra il terrore e la paura di essere avvicinati da un fantasma.
Il castello si dice sia infestato dal fantasma di Sharan, una ragazza che visse a corte nel Settecento, morta suicida per evitare i corteggiamenti del Conte Savelli. Da allora il suo spettro vaga tra le mura del castello. Più di una volta la gente del posto ha raccontato di grida provenienti dal terzo piano. Inoltre, durante la notte, qualcuno ha udito dei sospiri.
Il Castello Ducale di Crecchio, in provincia di Chieti, è legato a storie di crudeltà inaudite e decapitazioni. La leggenda vuole che il Barone che abitava il castello, De Riseis, ancora soggiorni nella sua dimora, insieme alla sua amante. Pare si sentano rumori di passi e tintinnii metallici. Alcuni confermano di aver visto la sagoma di una bella donna, che attraversa le sale del castello come se fosse sospesa in aria.
Il Castello di Roccascalegna, in provincia di Chieti, costruito in stile longobardo, è legato una leggenda nata dallo Ius primae noctis, ovvero, dall’usanza che obbligava le novelle spose ad andare a letto con il nobile nonché proprietario di quelle terre.
Un giorno una donna si ribellò e uccise il barone Corvo De Corvis, il quale lasciò il segno della sua mano insanguinata su una pietra. Segno che rimase lì per molti anni. A causa di un crollo, questa pietra svanì e l’unico testimone di quei fatti è proprio il barone, che a quanto pare vaga per le rovine del castello.