Abruzzo, tutti i progetti di rigenerazione urbana (e qualche perplessità)

Abruzzo. Oltre 290 milioni di euro potrebbero arrivare in Abruzzo attraverso il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e il relativo fondo complementare, per investimenti sulla rigenerazione urbana.

 

Parliamo di una somma consistente che dovrà essere impiegata per interventi sullo spazio pubblico, che variano a seconda dei progetti e dei territori. In un ambito che per definizione lascia ai decisori margini di manovra per investimenti di varia natura. Questi non sono sempre attinenti alla “rigenerazione urbana”, definibile come quell’insieme di programmi e interventi che intrecciano esigenze sociali, ambientali e di sicurezza dell’abitare, con l’obiettivo di migliorare la vita, nelle città come nei centri minori.

Come vedremo nell’approfondimento sul campo dedicato alla città di Vasto, i progetti per la rigenerazione urbana possono interessare interi quartieri, ma anche singole scuole e persino facciate di palazzi storici.

Nel corso dell’anno torneremo su questo argomento, attraverso un’inchiesta a puntate. In questa ci siamo recati a Vasto, per visitare i luoghi destinatari dei finanziamenti del Pnrr rigenerazione urbana, ma anche per documentare le condizioni difficili di alcuni quartieri periferici della città. Vai all’articolo integrale su abruzzo.openpolis.it.

Quasi 200 interventi in Abruzzo

Grazie all’analisi dei dati e degli atti siamo riusciti a risalire alle fonti di finanziamento per le risorse dedicate all’Abruzzo per la rigenerazione urbana. Questo ci permette di capire in quali territori arriveranno queste somme e per quali progetti. Parliamo di 292,3 milioni di euro.

Complessivamente quindi i progetti che potranno essere realizzati in Abruzzo sono 195.

La maggior parte sono destinati ai territori della provincia dell’Aquila (80 progetti per 90 milioni di euro complessivi), seguita da quelle di Pescara (40 per 42,9 milioni), Teramo (38 per 56,1 milioni) e Chieti (34 interventi per 58,4 milioni). Sono 3, inoltre, le proposte presentate da regione Abruzzo, e che quindi non sono “territorializzabili”. In questo caso vengono assorbiti ben 45 milioni di euro.

Per quanto riguarda la tipologia di interventi, la quota più consistente è relativa alla riqualificazione di spazi pubblici. Questi progetti, che prevedono interventi su piazze, monumenti, parchi e altri spazi collettivi, assorbono il 56,4% del totale dei fondi, pari a circa 165 milioni di euro. [grafico]

I progetti, comune per comune

I comuni abruzzesi che riceveranno risorse per la rigenerazione urbana sono in totale 84.

I capoluoghi sono quelli che ricevono la maggior quantità di fondi: L’Aquila con 41,3 milioni complessivi (12 progetti finanziati), Chieti (35 milioni per 11 progetti), Teramo (23,7 milioni per 9 progetti) e Pescara (20 milioni per 11 progetti).

È doveroso sottolineare che in alcuni casi si fatica a capire come gli interventi ammessi a finanziamento possano effettivamente rientrare nel perimetro della rigenerazione urbana.

Un caso eclatante da questo punto di vista riguarda gli interventi sullo stadio Adriatico di Pescara, finanziati con 1,6 milioni di euro. Altri progetti invece prevedono la realizzazione di parcheggi. Anche in questo caso il contributo in termini di rigenerazione urbana appare marginale.

Viaggio a Vasto, tra quartieri trascurati e palazzi storici

Nel nostro racconto dell’Abruzzo siamo finiti a Vasto, località costiera che vive di turismo estivo, ma anche di economia industriale, per via dei vicini distretti produttivi di San Salvo e della Val di Sangro, del porto commerciale e di un polo, anch’esso sul mare, legato ai fertilizzanti, alla chimica e ai biocarburanti.

È proprio qui, a pochi metri dal faro di Punta Penna (che con i suoi 70 metri di altezza è il secondo in Italia) e proprio sopra il porto commerciale, che si trova un gruppo di condomini popolari quasi a picco sul mare. Furono costruiti negli anni ’50 per le famiglie dei portuali. Oggi sono abitati ma versano in condizioni precarie, tanto che qualche giorno fa una delle palazzine è stata sgomberata perché a rischio crollo. [nell’articolo integrale tutte le foto sono liberamente scaricabili]

“Abbiamo ricevuto chiamate da altri inquilini di questo gruppo di case, di gestione e competenza dell’agenzia territoriale per l’edilizia residenziale (Ater), preoccupati per le evidenti crepe dentro e fuori le abitazioni”, racconta a Abruzzo Openpolis Antonino Dolce, giornalista di chiaroquotidiano.it, uno dei principali quotidiani web di questa zona d’Abruzzo.

E in effetti con il porto da un lato, il faro e gli edifici della guardia costiera dall’altro, questo “quartiere senza quartiere” sembra aver rinunciato da tempo all’idea di comunità. Non ci sono bar né servizi, tantomeno piazze. Mentre la vista sul mar Adriatico ci ricorda quanto siamo lontani dal resto della città di Vasto, che sia la sua parte storica o la marina.

Nonostante il comune goda di quasi 5 milioni di euro per 3 progetti di rigenerazione urbana sul proprio territorio, per ora alle case di Punta Penna non arriverà nulla. Ma se due dei tre interventi (un asilo e una scuola per l’infanzia) sembrano avere l’obiettivo di riqualificare le zone dove si insediano, il terzo desta qualche perplessità.

Infatti circa 800mila euro saranno utilizzati per interventi di riqualificazione sulle facciate e della corte di Palazzo D’Avalos, uno dei più iconici della città. L’edificio, che ospita da sempre mostre e concerti, nei prossimi mesi subirà un restyling importante, potendo godere di quasi 10 milioni di euro da almeno altre due fonti di finanziamento: fondo per la tutela del patrimonio e progetto “grandi beni culturali”.

Come molte altre scelte compiute in Abruzzo e nel resto del paese, il concetto vago di “rigenerazione urbana” viene utilizzato anche per rispondere alle esigenze di “decoro urbano” da parte di alcune amministrazioni comunali. Ci sembra questo il caso, avendo finanziato il rifacimento della facciata del palazzo più centrale e importante della città.

Paiono invece essere più tarati gli altri due progetti. Il primo riguarda l’asilo “Carlo Della Penna”, donato negli anni ’50 da un vastese emigrato in Argentina e abbandonato da circa 15 anni. A questo edificio, che tornerà a essere un asilo con il sistema integrato 0-6 anni, andranno 3,2 milioni di euro, pari al 65% del totale destinato a Vasto.

Anche il terzo progetto riguarda un istituto scolastico: la scuola per l’infanzia “Aniello Polsi”, che si trova nel quartiere popolare Area 167. In questo caso l’edificio verrà riqualificato con fondi pari a 900mila euro.

Interventi almeno sulla carta virtuosi, che fanno da contraltare a zone della città che a prescindere dalle fonti di finanziamento necessiterebbero di interventi di reale rigenerazione urbana. In un discorso purtroppo ampliabile a tante altre città abruzzesi e in generale nel paese.

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