Vincenzo Rivera non poteva rivestire né il ruolo di dirigente né tantomeno quello di direttore e, quindi, non deve esitare un minuto in più a lasciare l’attuale incarico da direttore generale della Regione Abruzzo.
Come già denunciato in più occasioni e sin dall’inizio del suo incarico, Rivera è incompatibile e non aveva nessun requisito per essere nominato direttore del Dipartimento della Presidenza e dei Rapporti con l’Europa come conferma la sentenza della Corte d’Appello de L’Aquila”.
Questo il commento del consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo che spiega quanto segue: “L’incarico attribuito a Rivera è una colossale forzatura voluta esclusivamente dall’ex Presidente Luciano D’Alfonso. Inoltre, cosa ancora più grave, adesso la Regione è esposta a contenziosi e/o probabili ricorsi visto che gli atti firmati da Rivera possono rivelarsi nulli o inefficaci a cominciare dalla Delibera relativa al project financing dell’Ospedale di Chieti. Questo è il primo dei tanti regali che ci lascia in eredità il mal governo del Partito democratico e provocherà l’ennesimo caos all’interno di uno dei Dipartimenti più strategici della nostra Regione che si occupa di pubblicare bandi e spendere i fondi europei.
Ricordo come l’Abruzzo sia già in un’ultima posizione rispetto alle altre Regioni d’Italia proprio nella spesa delle risorse comunitarie e questa disorganizzazione, voluta dal centrosinistra, provocherà un ulteriore rallentamento. Pertanto oggi è chiaro come Rivera potesse ricoprire al massimo il ruolo da dirigente ma all’interno del Partito democratico.
Nei prossimi giorni chiederò al neo Presidente Marsilio di rivedere il ruolo ricoperto fino ad oggi dallo stesso Rivera poiché il Dipartimento della Presidenza e dei Rapporti con l’Europa deve essere guidato da professionisti seri, efficienti e che sappiano intercettare più risorse europee e spenderle per sviluppare la nostra economia”.