Abruzzo, ripresa delle lezioni in presenza: ancora tanti dubbi

Mancano i dati sui contagi e il piano vaccinale procede senza criteri: le organizzazioni sindacali chiedono chiarezza, avventato ripartire in presenza da lunedì̀ 15 marzo.

 

La riunione odierna del “Tavolo regionale per l’avvio dell’anno scolastico 2020/2021” ha confermato le perplessità̀ dei lavoratori della scuola abruzzese. Avevamo chiesto di avere un quadro chiaro, corredato di dati sui contagi e della relazione del comitato tecnico scientifico regionale che ha portato alla sospensione delle attività didattiche in Abruzzo in tutte le scuole (ad esclusione di quella dell’infanzia) e di conoscere lo stato e le modalità organizzative (priorità, calendari, numero e composizione del personale interessato) della campagna di vaccinazione del personale scolastico in tutta la regione .

Spiace rilevare però come la Regione ancora una volta non ci abbia fornito nessuna risposta concreta. Non sono stati forniti i dati dei contagi nelle scuole, nonostante un invito scritto rivolto ai responsabili dei dipartimenti di prevenzione delle ASL dall’Assessorato alla Sanità della Regione Abruzzo – Servizio Prevenzione Sanitaria e Medicina Territoriale in data 11/02/2021 di fornirli direttamente ai sindacati”, si legge in una nota.

 

“Sulle vaccinazioni non si segue l’ordine cronologico delle manifestazioni di interesse e non esiste un qualunque ordine di priorità (per istituzione scolastica, per età, per categorie di personale, in ordine alfabetico, ecc.).

Le organizzazioni sindacali avevano chiesto di procedere dando priorità ai lavoratori della scuola piu’ esposti al rischio di contagio ovvero agli insegnanti di scuola dell’infanzia, agli insegnanti di sostegno, i “fragili” e così man mano per tutti coloro che sono costretti all’attività in presenza e senza o con scarse precauzioni possibili, vista la necessità per l’attività didattico-educativa di non poter rispettare le normali prescrizioni(distanziamento, mascherine, ecc.) in alcuni casi.

Nel momento in cui sono stati citati dati incoraggianti, come il raggiungimento del 60% nella campagna vaccinale per la scuola e la previsione di conclusione entro domenica salvo piccole residualità, immediatamente dopo si fornivano dati incongruenti come la capacità giornaliera di vaccinazioni per la scuola. Se ad oggi si è raggiunto il 60%, la capacità giornaliera è di circa 1000 vaccinazioni giornaliere in regione e si dovrebbe concludere domenica, ma con questi dati per il 14 marzo saremmo in realtà a circa la metà del personale scolastico abruzzese.

Allo stato attuale, le OO.SS hanno manifestato serie perplessità sulla possibilità di riaprire tutte le scuole in sicurezza a partire da lunedì 15, e di mantenere aperte le scuole dell’infanzia. Sarebbe necessario completare effettivamente la campagna vaccinale per tutto il personale scolastico, fare i dovuti screening sugli studenti, rinforzare i tracciamenti, prevedere presidi sanitari e tamponi rapidi nelle scuole, dotare il personale di DPI adeguati (mascherine FFP2), di conseguenza riaprire gli Istituti con una maggiore sicurezza. Inoltre, considerato il contesto epidemiologico, occorrerebbe limitare al massimo la presenza dei docenti nelle scuole, in particolar modo per quelli che lavorano in DAD, e di evitare gli spostamenti degli studenti che provengono da zone “rosse” o con alto numero di contagi.

L’Assessore Verì, in conclusione dell’incontro ha assicurato che si farà̀ portavoce delle criticità̀ sollevate dalle organizzazioni sindacali in occasione della riunione dell’Unità di crisi regionale che venerdì̀ dovrà̀ stabilire se davvero tutte le scuole dovranno riaprire in presenza lunedì̀ 15 marzo, come previsto dall’Ordinanza n.13 del 15 marzo 2021.

A nostro, avviso, lo ribadiamo, nel contesto attuale, mancano in tutta la regione e per tutti i gradi d’istruzione (compresa la scuola dell’Infanzia) presupposti per poter lavorare e studiare in sicurezza. Riaprire tutto in maniera affrettata, senza aver risolto le criticità̀ evidenziate, rischia di far precipitare nuovamente la situazione e dover poi richiudere, in un meccanismo che non giova a nessuno: studenti, lavoratori e famiglie.

 

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