“La disquisizione giuridica circa il momento nel quale scatterebbe per Luciano D’Alfonso il dies a quo rispetto al quale far decorrere la sua incompatibilità è estremamente interessante, in termini di diritto pubblico addirittura appassionante.
Ma può mai essere questo il terreno sul quale la questione deve essere affrontata?”. Lo dichiara Gaetano Quagliariello, senatore del centrodestra eletto nel collegio uninominale L’Aquila-Teramo. “D’Alfonso – osserva Quagliariello – ha scelto di diventare senatore anziché onorare fino in fondo il suo mandato di presidente della Regione.
È dunque surreale che pensi di poter esercitare fino all’ultimo scampolo di potere aggrappandosi alle dispute dottrinarie su proclamazione, convalida, immissione nella funzione di senatore, acquisizione della carica. Al di là della discutibile fondatezza delle sue tesi, tale intendimento risulta politicamente patetico e istituzionalmente irrispettoso.
Più che scomodare il padre costituente Costantino Mortati, come fa D’Alfonso – conclude Quagliariello -, è il caso di evocare Ennio Flaiano: la situazione è grave ma non è seria…”.