Dopo la discussione dei documenti politici all’ordine del giorno, il Consiglio regionale, nel corso della seduta odierna, ha approvato il progetto di legge che prevede alcune modifiche alla legge regionale “Norme per il sostegno alle piccole imprese operanti nei territori della Regione interessati dagli eventi sismici del 2016 e 2017” mirate in particolare al sostegno del pendolarismo studentesco nelle aree svantaggiate.
La norma garantisce misure di sostegno anche nei Comuni montani delle aree interne abruzzesi con la riduzione del 10% del costo del titolo di viaggio per gli studenti, tra gli 11 e i 26 anni, che usufruiscono del trasporto pubblico. La norma votata dall’Assise regionale è valida su tutto il territorio per la società abruzzese unica di trasporto (TUA) e degli altri vettori del trasporto pubblico locale che agiscono in regime di concessione pubblica.
La seduta del consiglio regionale, la prima dopo le elezioni del 4 marzo, ha fatto registrare anche un confronto di natura politica. Figlio anche dell’ingresso in giunta di Giorgio D’Ignazio e le dimissioni di Camillo D’Alessandro, eletto in Parlamento.
M5S.E sono 4 i mesi che registrano la paralisi del consiglio regionale, un sequestro istituzionale causato dalla doppia carriera politica di Luciano D’Alfonso. Eletto in Senato ma restio a mollare la poltrona di presidente, il neo senatore D’Alfonso sottopone la regione a un vero e proprio sequestro istituzionale. Non abbastanza sicuro della poltrona romana per abbandonare quella abruzzese, non abbastanza leale da mettere l’Abruzzo che lo ha scelto nel 2014 al primo posto rispetto al velluto rosso di Palazzo madama.
Ed è a causa di questi tumulti dell’anima del Presidente Senatore che anche oggi i lavori del consiglio regionale si sono visti improvvisamente interrotti a causa degli impegni da senatore del Presidente D’Alfonso. E’ questo quello che secondo Luciano D’Alfonso meritano gli abruzzesi: un presidente a mezzo servizio, un consiglio regionale interrotto a causa delle riunioni romane del PD. E se D’Alfonso non conosce l’etica delle dimissioni, non è da meno il presidente del Consiglio Giuseppe Di Pangrazio che esita a convocare la Giunta per le elezioni che potrebbe e dovrebbe prendere atto dell’incompatibilità del presidente-senatore, dichiararne la decadenza e sciogliere il consiglio regionale permettendo agli abruzzesi di tornare al voto. Anche per lui, evidentemente, l’attaccamento alla poltrona è più forte del rispetto per le istituzioni.
Forza Italia. Oggi in aula si è presentato un vero e proprio governo regionale balneare destinato a durare il tempo necessario per superare l’estate. In Regione Abruzzo non esiste più la maggioranza numerica e solo dopo il ‘rimpastino’, con l’ingresso del neo assessore Giorgio D’Ignazio e le gravi assenze ingiustificate di ben tre consiglieri (gli ex assessori Gerosolimo e Di Matteo e il Presidente dell a Commissione Sanità Olivieri) si garantisce ancora il minimo numero legale per resistere in Aula”.
E’ quanto affermano i Consiglieri regionali di Forza Italia Mauro Febbo e Lorenzo Sospiri che aggiungono: “Questa maggioranza non esiste più da troppo tempo. Sono mesi che assistiamo ad uno spettacolo indecoroso come quello di oggi con il centrosinistra che durante i lavori in Aula è capace solo di discutere di interpellanze e interrogazioni bloccando e litigando sulle proposte di legge.
Tra l’altro un centrosinistra che non riesce a dare risposte esaustive e convincenti su argomenti importanti come il dragaggio del Porto di Ortona e l’aumento dei pedaggi della Strada dei Parchi. L’Abruzzo arretra, è bloccato, l’economia non riparte, la disoccupazione aumenta e le imprese sono in forte affanno. Per tutti questi motivi chiediamo, con grande senso di responsabilità, di dare voce agli abruzzesi per eleggere un nuovo governo regionale capace di amministrare l’Abruzzo”.
“D’Alfonso – concludono Febbo e Sospiri – continua ad occupare due ruoli ostacolando le istituzioni regionali a lavorare in maniera ordinaria. Con dignità presenti le dimissioni da Presidente al fine di permettere a questo governo regionale di chiudere la legislatura senza inciampare in illegittimità e incompatibilità”.