Lanciano.“L’Abruzzo e il Molise hanno bisogno di un cambiamento radicale: il 2013 è stato ancora un anno negativo, come dimostrano le stime effettuate dallo Svimez il PIL scende in entrambe le regioni. La situazione è drammatica: in Abruzzo dal 2008 gli occupati sono scesa di quasi 50mila unità , meno 6,2 per cento di occupati in 6 anni, mentre in Molise si registra un tasso di disoccupazione cresciuto di 4 punti percentuali nello stesso periodo”. A lanciare l’allarme sullo stato dell’occupazione di Abruzzo e Molise è il segretario Cisl Abruzzo-Molise, Maurizio Spina, che con questi dati ha aperto i lavori del Consiglio Generale del sindacato che si è svolto questa mattina a Lanciano, nell’Hotel Villa Medici.
Alla riunione ha partecipato il segretario nazionale confederale Giuseppe Farina. “L’Abruzzo e il Molise hanno un’unica strada da percorrere: recuperare risorse necessarie per lo sviluppo e la crescita, dato che i bilanci regionali sono ingessati e i trasferimenti statali diminuiscono di anno in anno – ha sottolineato Maurizio Spina – la classe politica deve sviluppare una capacità di proposta per ridurre gli sprechi e le inefficienze.
La Cisl, in questi anni è stata troppo spesso inascoltata, soprattutto quando chiedeva una politica riformatrice. Oggi non è possibile perdere ulteriore tempo perchè i nostri giovani, i nostri disoccupati, le nostre donne, i nostri anziani e i nostri lavoratori hanno bisogno di certezze. La politica da oggi deve lavorare per costruire una diversa dimensione territoriale, quella della Macroregione Adriatico-Ionica”, ha concluso il segretario della Cisl Abruzzo e Molise.
“La Cisl sta dialogando con il Governo per correggere il Jobs Act: gli ammortizzatori sociali vanno rifinanziati e riformati, estendendo l’Aspi (ex indennità di disoccupazione, ndr) a tutte le categorie dei lavoratori”. Lo ha dichiarato il segretario nazionale della Fim-Cisl, Giuseppe Farina. “Il contratto a tutele crescenti potrebbe essere uno strumento molto utile per rendere più stabile il lavoro e per ridurre la piaga della precarietà esistente”, ha aggiunto Farina, parlando della legge di riforma del mercato del lavoro del governo Renzi entrata in vigore il 16 dicembre.
“L’Italia è un Paese che si è impoverito: oggi per uscire dalla crisi abbiamo bisogno di favorire nuove politiche industriali che attraggano sia investimenti privati che pubblici – ha sottolineato il segretario generale dei metalmeccanici della Cisl – ci sono segnali deboli di investitori internazionali interessati a realizzare iniziative imprenditoriali nel nostro Paese. In questa situazione mutata, la scommessa è quella di riposizionare e di riformare il sindacato per consentirgli di continuare a difendere i deboli, affrontare la crisi e dare un futuro alle nuove generazioni”.
“In un contesto economico globalizzato il sindacato deve rimettersi in discussione ed imparare a fare i conti con un mercato diverso, dove anche le vecchie protezioni che fino ad ora ci avevano garantito sono ormai superate: di fronte alle sfide del cambiamento dobbiamo rispondere cercando di definire nuovi schemi per riaprire il dialogo con il governo”, ha concluso Farina.