Progetto nuovo Emiciclo: gli interventi di Zazzara e Di Pangrazio

L’Aquila.  “L’obiettivo principale di questo progetto è non solo mettere in sicurezza e riqualificare un palazzo storico, ma ricostruire anche quel rapporto che da secoli lega la città dell’Aquila all’Emiciclo”. Lo ha detto il professor Lucio Zazzara, nel corso della presentazione della proposta progettuale per la ristrutturazione del complesso che ospita la sede istituzionale del Consiglio regionale.

“Nello studio d’insieme – ha spiegato Zazzara – abbiamo puntato anche a ‘ricucire’ il tessuto urbanistico dell’area della Villa Comunale, proponendo l’eliminazione dell’attuale recinzione dell’Emiciclo e la pavimentazione di via Iacobucci, così da restituire alla città uno spazio fruibile che rinsaldi il legame tra cittadini e la stessa istituzione”. Nella proposta illustrata questa mattina, anche all’interno delle strutture sono previsti spazi da ‘aprire’ alla città, come la navata centrale dell’ex convento (oggi occupata da una scalinata in cemento realizzata negli anni Ottanta) da destinare a mostre e incontri, oppure la nuova sala convegni interrata, che potrebbe essere utilizzata non solo per le conferenze, ma anche per ospitare concerti di musica classica.

“E’ stato un approccio rispettoso del passato, ma nello stesso tempo eminentemente innovativo, quello dei progettisti, che hanno inteso anche valorizzare il rapporto fisico tra il Palazzo, sede della massima Istituzione, con la Città capoluogo di regione – ha commentato il presidente del Consiglio Giuseppe Di Pangrazio – idee progettuali, quelle poste in essere, tese a dare respiro ad ambienti diventati angusti attraverso interventi invasivi e impattanti, così da consentire un utilizzo multiforme e diversificato degli spazi anche per eventi e manifestazioni di carattere culturale e scientifico.

L’idea dei progettisti è stata quella di sottrarre inutili ingombri per ridare la possibilità di godere, anche con gli occhi, di profondità e prospettive sacrificate sull’altare di soluzioni sbrigative, suggerite da una razionalizzazione degli spazi in stridente conflitto con l’importanza storica e architettonica dell’edificio”.

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