Pescara. Dopo l’appello ai parlamentari abruzzesi e al presidente della Giunta regionale da parte di Cgil-Cisl-Uil per evitare la scure che taglia drasticamente le risorse delle Province e dopo le continue richieste di un’apertura di un tavolo di confronto regionale, come indicato dalla riforma Delrio, la Cisl AbruzzoMolise ritiene che il tempo dell’attesa è terminato e nei prossimi giorni chiederà alle altre organizzazioni confederali di proclamare lo stato di agitazione dei dipendenti delle province abruzzesi.
L’annuncio è di Maurizio Spina e Vincenzo Traniello, rispettivamente segretario generale della Cisl AbruzzoMolise e segretario generale funzione pubblica dello stesso sindacato “Con il Decreto n.71 del 26 settembre 2014 il presidente della Giunta regionale d’Abruzzo ha costituito ‘l’Osservatorio Regionale per la riforma delle Province” che – dicono i sindacalisti – non ha ancora prodotto nessuna proposta in materia di trasferimento di funzioni e servizi all’Ente Regione e ai singoli enti locali o a quelli che si sono associati.
Nonostante siano trascorsi oltre due mesi dalla sua costituzione, l’Osservatorio non ha reso nota neanche la fotografia reale dei servizi erogati e delle risorse umane impiegate. I dipendenti delle Province vivono una situazione d’incertezza e di disorientamento che si ripercuote negativamente sui servizi erogati ai cittadini e alle aziende. In alcuni casi – prosegue la Cisl – si rischia l’interruzione dei servizi forniti al territorio: trasporto scolastico dei disabili, viabilità, tutela ambientale, edilizia scolastica, attività dei centri per l’impiego.
Lo sconcerto per questa latitanza diventa incomprensibile quando la percorribilità della rete stradale provinciale costituisce, in molti casi, motivo di gravissimi incidenti stradali con la perdita di vite umane. La Cisl – osservano Spina e Traniello – non è mai stata per la difesa acritica dell’Ente Provincia ma riteniamo inaccettabile l’atteggiamento di rinviare all’infinito le decisioni lasciando i lavoratori e le popolazioni dei territori completamente allo sbando”.
Per le motivazioni esposte la Cisl “ritiene ineludibile e indilazionabile l’apertura di un confronto a 360 gradi con le Istituzioni locali, le Province – aree vaste, la Regione e le Parti sociali per un nuovo progetto di architettura istituzionale, che superi i campanilismi e le sterili strumentazioni, per costruire un sistema istituzionale che sia in grado di assicurare con chiarezza lo svolgimento di servizi e funzioni e di realizzare importanti economie nel pieno rispetto della qualità della vita da assicurare ai cittadini abruzzesi”.