Lo ha detto il Commissario Gianni Chiodi in occasione della VII giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo che cui celebra domani, mercoledì 2 aprile. “In base agli ultimi dati della Federazione nazionale delle Associazioni a tutela delle persone con autismo, – continua Chiodi, – solo cinque regioni hanno deliberato il recepimento di tali linee di indirizzo: l’Emilia Romagna,la Lombardia, il Veneto, l’Umbria e la Puglia. La sesta è l’Abruzzo”.
“L’autismo, – afferma Chiodi – è un fenomeno complesso, con implicazioni sulla tenuta del tessuto familiare e ricadute di ordine sociale, quindi richiede un impegno urgente e concreto da parte di tutte le Istituzioni, centrali e regionali, in stretto raccordo con le associazioni dei familiari. Il servizio sanitario regionale deve attivare una diagnosi precoce, con comunicazioni chiare e il coinvolgimento attivo della famiglia durante il percorso diagnostico, nella fase di costruzione del progetto terapeutico e psico-educativo e nella valutazione della sua efficacia. Deve esserci anche un raccordo tra i servizi di salute, sociale, istruzione e lavoro”.
“Il nostro impegno, – puntualizza il Commissario – è quello di promuovere degli interventi mirati alla creazione di una rete assistenziale regionale integrata, di formare adeguatamente tutte le figure professionali coinvolte, di promuovere la ricerca e di sviluppare una Carta dei Servizi sull’Autismo che informi sull’operatività dei servizi, sui diritti dei pazienti e delle loro famiglie. La nostra attenzione è rivolta anche alla salute orale nel paziente disabile che deve rappresentare un obiettivo di primaria importanza anche in funzione dell’impatto sul benessere psicofisico del paziente stesso. In tal senso, ho dato incarico all’Agenzia Sanitaria Regionale di elaborare un protocollo operativo che recepirò con un Decreto Commissariale a fine aprile con l’intento di promuovere un corretto programma di prevenzione orale. Si richiederà l’esistenza di almeno un ambulatorio in ciascuna delle quattro Aziende Sanitarie Locali abruzzesi che dedichi, in esclusiva, parte dell’attività settimanale alle esigenze dei pazienti con disabilità e renda agevole l’accesso alla prevenzione ed alle cure attraverso percorsi specifici aziendali che prevedano un accesso diretto, saltando il passaggio del CUP”.
“La sanità abruzzese, – conclude Chiodi – ora che ha terminato la fase del risanamento deve concentrarsi sulla ricerca della qualità, con particolare attenzione alle fasce più deboli e con spirito di collaborazione con le tante associazioni di volontariato che ogni giorno operano sul territorio e quindi sono in grado di orientare al meglio le nostre scelte”.