L’Aquila. Sono circa 1500 gli emendamenti al bilancio e alla finanziaria regionale presentati nella commissione competente dalle opposizioni di centrosinistra in consiglio regionale che accusano la maggioranza di aver stilato “un bilancio falso”. Mentre sta per iniziare l’esame dei due documenti da parte nelle commissioni consiliari riunite congiuntamente, l’azione delle minoranze fa capire chiaramente il livello della bagarre e che su bilancio e finanziaria è tutto in alto mare.
A quattro giorni dalla scadenza dei termini, si fa sempre più serio il rischio dell’esercizio provvisorio, il primo dell’amministrazione guidata dal presidente, Gianni Chiodi, proprio alla fine del mandato, visto che i due documenti non sono stati licenziati ancora dalla commissione e poi dovrà passare il vaglio del Consiglio.A tale proposito, secondo il capogruppo del Pd, Camillo D’Alessandro, quando comincerà la seduta del consiglio gli emendamenti potrebbero diventare il doppio per “denunciare il bilancio della bugia proposto dalla maggioranza di centrodestra, che fa venire al pettine i nodi di anni di finzioni. Il centrodestra ha la responsabilità di un falso in bilancio, gli stessi revisori dei conti dicono che non c’è certezza del pareggio senza i rendiconti che negli ultimi anni non sono stati approvati e condizionano il parere all’espletamento di questo iter – spiega ancora D’Alessandro – meglio l’esercizio finanziario che un bilancio finto. Il nostro obiettivo è far conoscere la verita’ agli abruzzesi, non sappiamo cosa vuole fare la maggioranza per quanto ci riguarda abbiamo proposto un pacchetto di riforme non fatte dal centrodestra”. Il presidente della commissione bilancio Nasuti che ha contingentato alle 13 i tempi della discussione nelle commissioni competenti, annuncia che si deve capire quali sono gli emendamenti ricevibili. “Se le opposizioni faranno ostruzionismo, la commissione chiuderà i lavori alle 13 e gli emendamenti non discussi saranno esaminati in consiglio regionale, se invece si vuole parlare per trovare una intesa e andare in aula per approvare rapidamente, rimuoverà il contingentamento. Altrimenti, si andrà avanti a oltranza”.
“Il bilancio regionale è falso, il pareggio in bilancio è falso, letteralmente e giuridicamente , ed un bilancio falso produce buchi veri. Nessuno mi può smentire”.è quanto ha affermato nel pomeriggi il Capogruppo del PD in Regione Camillo D’Alessandro.
“Sul totale di entrate di oltre 4 miliardi, più di un miliardo deriva dal presunto avanzo di amministrazione dell’anno precedente . Proprio qui si consuma il falso, cioè il pareggio viene raggiunto con un miliardo di avanzo che giuridicamente non esiste, semplicemente perché non è stato approvato né il rendiconto del 2011, né il rendiconto del 2012, dai quali doveva derivare un avanzo. A dirlo non sono io, ma la Corte dei Conti ed i revisori – rileva D’Alessandro – che tra l’altro segnalano che il risanamento non è concluso. Quindi i nodi vengono al pettine, la grande mistificazione di questi cinque anni oggi trova la conclusione in un bilancio falso che rinvierà tra qualche mesi nuovi buchi e nuove tasse, questa è l’eredita di fine mandato di Chiodi. Una sola cosa si può fare – propone D’Alessandro – sfruttare la finanziaria per approvare le riforme annunciate ma mai fatte : società inca trasporti su gomma, società unica società di gestione, agenzia unica della casa, agenzia unica dello sviluppo, consorzio di bonifica unico regionale , un solo centro di ricerca regionale , norma di revoca degli amministratori che indebitano le società pubbliche regionali, legge unica sulla cultura”.
Nel frattempo è stata convocata per domani 29 dicembre alle ore 11.00, nella sala Sandro Spagnoli del Consiglio Regionale dell’Abruzzo a L’Aquila, una conferenza stampa per relazionare sulle presunte gravi irregolarità di Bilancio derivanti da notizie emerse nelle ultime ore GUARDA LA DELIBERA n. 657/2013/FRG.
Costantini (Mov139): Dalla Corte dei Conti la verità sul governo “Chiodi”
«La Sezione regionale di controllo per l’Abruzzo ha accertato il non rispetto, alla data odierna, da parte della Regione Abruzzo, dell’art. 1, commi 3, 4 e 5 del decreto legge 10 ottobre 2012 n. 174, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213, e dell’art. 1, comma 166 della legge 23 dicembre 2005 n. 266”: questo è quanto tutti i cittadini possono leggere sul sito nazionale della Corte dei Conti; ma su questo la Giunta regionale si è ben guardata dal dare tempestiva e formale comunicazione al Consiglio». E’ quanto dichiara il consigliere regionale Mov139 Carlo Costantini che prosegue: «In parole povere, la Corte dei Conti ritiene inadempiente la Regione sotto molteplici aspetti di non poco conto: in primis il mancato invio dei rendiconti consuntivi – fermi all’anno 2010 – e del bilancio di previsione 2013, benché approvato lo scorso anno. Inadempienza, questa, che non ha consentito alla Corte di verificare il rispetto degli obiettivi annuali posti dal patto di stabilità interno, la sostenibilità dell’indebitamento e l’assenza di irregolarità capaci di pregiudicare gli equilibri economico-finanziari. Ciò vale anche per i rendiconti delle società controllate dalla Regione lasciate in vita da Chiodi (nonostante i suoi molteplici proclami) che tutti sappiamo in quali condizioni di dissesto versano.Ancora, la Corte dei Conti ha denunciato l’impossibilità (causata dal mancato invio degli atti dovuti) di procedere alla “parificazione” del rendiconto regionale.La Regione Abruzzo dovrà, quindi, entro il termine di sessanta giorni dal deposito della pronuncia di accertamento da parte della Corte dei Conti (avvenuta in data 19 dicembre) approvare e consegnare tutti i documenti richiesti, a pena finanche dell’impossibilità di procedere all’attuazione dei programmi di spesa».«L’ulteriore rischio che corre l’Abruzzo – dice ancora Costantini – è che il Governo, al quale la Corte dei Conti invierà la propria relazione, possa impugnare il Bilancio di previsione per il 2014, con risultati devastanti, anche in ragione dello stallo legislativo che sarà causato dalle prossime elezioni regionali.In un simile contesto Chiodi e la sua maggioranza, terrorizzati dal rischio che prima delle prossime elezioni regionali e dopo 5 anni di tasse e di tagli, possa accertarsi la verità sullo stato di salute del bilancio regionale, vogliono approvare oggi, a tutti i costi, un Bilancio sostanzialmente falso perché basato su presupposti inesistenti, rispetto al quale si dovrà sicuramente intervenire prima del termine di questa Legislatura, alla luce delle risultanze che emergeranno a seguito dell’approvazione – si spera – degli ultimi rendiconti.Una situazione insostenibile per l’Abruzzo, che mette Chiodi di fronte a una realtà sempre sconfessata: il virtuosismo finanziario di questa Giunta, sbandierato a fini di propaganda elettorale, è ormai solo nella testa del suo Presidente.Ed allora, piuttosto che impegnare tutti gli uffici regionali nella stesura di un Bilancio “falso” (perché privo delle necessarie certificazioni), sarebbe stato meglio impegnarli, finalmente, nella redazione dei rendiconti indispensabili e richiesti dalla Corte dei Conti, per poi procedere alla stesura e approvazione di un Bilancio vero».«Certo, Chiodi dovrebbe fare ricorso all’esercizio provvisorio, una “macchia” nel suo mandato. E dovrebbe anche esporsi al rischio che questi accertamenti rivelino verità ben diverse da quelle che racconta. Ma si farebbe finalmente chiarezza – conclude Costantini – , prima delle prossime elezioni regionali, su tutte le ‘panzane’ rifilate agli abruzzesi nel corso di questi cinque anni».
La delibera della Corte dei Conti
Acerbo (Prc): ” Chiodi e Masci smentiti dai loro stessi documenti”
Ritengo vergognoso che finanziaria e bilancio non siano stati sottoposti alla concertazione come prevede lo Statuto. Elemento emerso chiaramente nell’audizione di oggi dei segretari regionali di CGIL-CiSL-UIL in commissione. E’ ancor più grave che la giunta abbia consegnato ai consiglieri i documenti il 23 dicembre non consentendo sostanzialmente quel dibattito e quegli approfondimenti necessari.Come se non bastasse la maggioranza propone con un emendamento di intervenire sulla vicenda della RIA con la proposta di un’interpretazione autentica che interviene sul contenzioso in corso.Ho chiesto che siano ascoltati i sindacati anche perché stamattina durante la loro audizione nessuno della maggioranza ha fatto cenno all’emendamento.Alcuni consiglieri di maggioranza hanno presentato un emendamento che cancella la norma che vieta il cumulo dell’indennità da incarichi regionali con vitalizio da ex-consigliere regionale. Può darsi che l’abbia suggerita il direttore dell’Arta Amicone visto che da ieri circola nel palazzo dell’emiciclo e che contro questa norma e’ ricorso ai tribunali.I proclami di Masci e Chiodi sul risanamento dei conti regionali sono smentiti dai loro stessi documenti. (allegato).
Tra gli emendamenti alla finanziaria presentati dal centrodestra ne segnalo uno relativo al Parco Sirente-Velino che riguarda la valutazione di incidenza. Pare che questo parco sia un’ossessione. Dietro alla proposta di modifica della normativa si evince che si vuole sbloccare un progetto che ha avuto parere contrario dell’ente parco.Invece di rispettare le regole si preferisce riscriverle ad personam. Ho la sensazione che si tratti di un modo per far andare avanti una nuova attivbità che volevano aprire a campo felice con motoslitte per scarrozzare gente fuori sentiero e fuori piste da sci ecc., il parco aveva dato diniego (la regione aveva detto di sì precedentemente). Praticamente la valutazione di incidenza (cioè l’impatto delle attività sulla fauna) viene aggirata. Spero di impedire questa porcheria. Se il parco ha detto no per tutelare gli animali dal disturbo nel periodo invernale non si puo’ non tenerne conto. Altrimenti il parco diventa un circo come il Consiglio Regionale.
LUCREZIO PAOLINI (IDV); “Un bilancio con i piedi d’argilla”
“La maggioranza di centrodestra”, commenta il Capogruppo dell’Italia dei Valori, Lucrezio Paolini, “è occupata a spartirsi le briciole di un Bilancio privo dei necessari requisiti. E che il Bilancio regionale abbia i piedi d’argilla lo certifica non la nostra opposizione, bensì la stessa Corte dei Conti, con la Delibera n. 657/2013/FRG, depositata appena qualche giorno fa. La Giunta, impegnata a raschiare il fondo del barile per accontentare le solite clientele anche in vista delle prossime elezioni, omette di dire la verità agli abruzzesi: e cioè, che su questo Bilancio grava il peso di inadempienze oggi certificate dalla Corte. Ai sensi del Decreto legge n. 174/2012, art. 1, commi 3, 4 e 5, la Giunta regionale avrebbe dovuto trasmettere una serie di atti alla Corte dei Conti. Non l’ha fatto, colpevolmente e senza scuse! Tant’è che la Corte, il 19 dicembre, ha depositato un atto di accertamento che sostanzialmente mette alla berlina l’intera Giunta regionale e la dichiara inadempiente per una lunga serie di motivi: mancato invio del Bilancio preventivo 2013; mancato invio del rendiconto 2012; mancato invio di alcuni atti da parte del Collegio dei revisori. Sono inadempienze che espongono l’Abruzzo a tutta una serie di successivi provvedimenti e che rendono il Bilancio, attualmente in discussione, assolutamente velleitario e basato su presupposti giuridicamente inesistenti. Ma a Chiodi interessa soltanto arrivare a fine mandato senza fare ricorso all’esercizio provvisorio – conclude Paolini – magari mistificando la realtà delle cifre e proporsi per una campagna elettorale all’insegna della più completa opacità”.