Pescara. Gli orsi continuano ad essere investiti, da aprile gli animalisti invitano i gestori delle autostrade a installare recinzioni lungo A24 e A25 ma perfino il dialogo viene rifiutato. “Salviamo l’orso” porta Strada dei Parchi in tribunale: “Preferiscono risparmiare che proteggere gli animali in estinzione”.
Tanti, troppi gli esemplari di orso bruno marsicano morti per mano dell’uomo negli ultimi mesi. Bracconaggio, avvelenamento ma anche investimenti, frutto dell’invasione delle strade battute dalle automobili nell’ambiente naturale. Lo stesso nome della società che gestisce le autostrade A24 e A25 testimonia la commistione tra i due mondi: Strada dei Parchi Spa.
Con questa, fin dal primo investimento dello scorso aprile sulla Roma-L’Aquila, gli ambientalisti hanno cercato il dialogo al fine di incrementare le protezioni per la sicurezza delle specie animali tramite interventi strutturali. Recinzioni, per lo più, che impediscano a lupi, orsi e altra fauna di arrischiarsi in attraversamento pericolosi, per loro e per chi è al volante. Salviamo l’Orso, una delle associazioni più attive in tal senso, all’indomani del 24 ottobre scorso, quando a Villalago un altro orso è rimasto travolto e ucciso, ha deciso di contattare direttamente Strada dei Parchi, per ribadire “un’evidente minaccia alla sopravvivenza dell’ultimo nucleo di orsi appenninici.
“Parliamo di aree”, spiegano in una nota gli animalisti, “dove l’abbondanza di fauna selvatica è nota a chiunque e dove specie di elevata importanza, tali da essere protette non solo a livello nazionale ma soprattutto europeo quali l’orso ed il lupo, transitano spesso. Evitare o rendere più difficili tali incidenti era il nostro intento attraverso la ricerca di soluzioni adeguate dialogando con gli organi tecnici responsabili della suddetta Società”. Nessuna risposta, però, è arrivata all’associazione che intendeva, spiegano, “ottenere alcune misure urgenti di salvaguardia per la fauna e per l’utenza entrambe esposte a gravi rischi, iniziando proprio dalla messa a punto di adeguate reti di protezione, giacché quelle esistenti risultano in più punti lacerate e comunque nel complesso di altezza insufficiente rispetto alle specie animali presenti in zona”. Inizialmente un fitto scambio di corrispondenza tra le parti sembrava palesare un incontro risolutivo, “poi Strada dei Parchi si è resa uccel di bosco”, riferisce una nota di Salviamo l’Orso, “facendo cadere nel vuoto tutti i nostri tentativi dimostrando il disinteresse più totale per un problema che e’ grave, ricorrente e di sua responsabilità”.
Da qui la decisione dell’associazione di trascinare in tribunale il gestore delle due autostrade, dando mandato ai propri legali di procedere per via giudiziale per la “mancata osservanza degli obblighi che le fanno carico quale gestore dell’autostrada, in primis quello di assicurare la sicurezza sia degli utenti che della fauna selvatica, obblighi pervicacemente non adempiuti per meri tornaconti economici e nonostante precise disposizioni di legge”.
“I vertici di Strada dei Parchi Spa”, chiosano gli ecologisti, “sono più interessati a risparmiare sulle recinzioni che a garantire la sicurezza persino dell’utenza”. Il risarcimento richiesto dall’Associazione, qualora venisse accolto dal Tribunale, “sarà interamente devoluto”, promettono i membri di Salviamo l’Orso in favore di azioni atte a dare definitiva soluzione ad una questione vitale per la tutela del nostro plantigrado”.