“Non ci sono più margini: le elezioni regionali si terranno 25 e 26 maggio 2014, con la tornata europea”: così il governatore dell’Abruzzo Gianni Chiodi, aggiungendo che, in caso di crisi di governo, “unica variante sarebbe il voto con le politiche, che potrebbero essere a marzo. Il Consiglio ha invitato a convocare il voto privilegiando il risparmio. Mi sono adeguato, pur propendendo per novembre. Abbiamo convenuto di tenere sotto controllo il quadro nazionale ed entro ottobre di indire la data delle elezioni”.
L’ultima volta si votò anticipatamente il 15 dicembre 2008, dopo il caso giudiziario che portò all’arresto dell’allora governatore, Ottaviano Del Turco. Con le dichiarazion odiernie, Chiodi ha fatto trapelare che le elezioni dovrebbero essere fissate per maggio facendo riferimento alla norma nazionale sulla “spending review” che impone l’accorpamento delle elezioni per il risparmio di spesa pubblica, risparmiando circa 8 milioni di euro.
Una decisione che però non rispetterebbe la legge regionale che prevede le elezioni nel periodo che va da un mese prima della scadenza naturale a tre mesi dopo, quindi dal 15 novembre 2013 al 15 marzo 2014.
“Il risparmio sarà comunque sensibile – ha conlcuso Chiodi – Intanto, sono già in atto chiarimento e approfondimenti sulla natura dell’attività del Consiglio regionale nel periodo di proroga”.
Nel frattempo continua il gioco di alleanze con i due poli che corteggiano il Centro, mentre il centrosinistra si prepara alla resa dei conti (primarie) tra D’Alfonso e Legnini.
PAOLUCCI (PD): CHIODI DICE IL FALSO!
“Chiodi annuncia la data di Maggio. Sostiene – spiega il segretario regionale del Partito Democratico – che tiene sotto controllo con le opposizioni la questione data. Intanto è falso. Non e’ la posizione delle opposizioni. Sostiene che vorrebbe votare con le politiche o in alternative le regionali. E questo è plausibile. Ogni volta che proliferano i posti disponibili c’è più spazio per avere quadratura interna sulle candidature. Sostiene che sta verificando i poteri che avrebbe la regione durante la lunga prorogatio e questo torna con le posizioni da noi assunte in passato. Saremmo in ordinaria amministrazione. Dice che preferiva Novembre ma potenzialmente sposta di 200 giorni la data. Semplicemente è attaccato alla poltrona. E costringe ad una lunga campagna elettorale la comunità. I costi: l’allocazione elettorale di fondi mai arrivati (becera la campagna sui fas, in ogni territorio si preannuncia l’arrivo di decine di milioni) o le tante bugie per esempio sull’utilizzo dei fondi europei (restituiremo il 40% dei fondi assegnati all’Abruzzo!). O ancora l’ordinaria amministrazione. Con costi enormi. Secondo Chiodi questa scelta così gravida di conseguenze èuna scelta in nome dell’interesse generale atteso che chi dice il contrario vuole solo arrivare in Consiglio Regionale 45 giorni prima. Invece a me sembra che un Presidente che si occupa da Marzo 2013 a Maggio 2014 di legge elettorale, proroghe elettorali, incompatibilità sulle candidature, firme per presentare le liste… forse, ma forse, sta esclusivamente pensando come prorogare la propria poltrona utilizzando tutte le armi comprese quelle che nulla hanno a che vedere con il buon senso e la legittimità normativa, sulla pelle di una intera comunità”.
MASCITELLI DELL’IDV: LA ELECTION DAY UNA FARSA
“Con tutti i problemi che ha la nostra regione, l’altalena di Chiodi sulla data del voto sta diventando una farsa in cui, dopo mesi di attesa, ancora non fanno chiarezza sui due rischi che corre l’Abruzzo”. E’ il commento del responsabile regionale dell’IDV Alfonso Mascitelli alle dichiarazioni del Presidente della giunta sul voto a maggio, con lo slittamento di sei mesi sulla scadenza naturale. “Primo: l’immobilismo. Il governo nazionale delle larghe intese non avrà nessun potere di influenza sulla Corte Costituzionale che si e’già pronunciata in passato, annullando leggi e provvedimenti, sulla limitazione delle prerogative di giunta e consiglio alla ordinaria amministrazione, dopo la scadenza della legislatura. Se Chiodi attende e spera in pareri compiacenti fa male i suoi calcoli e i cittadini saranno costretti a pagare due istituzioni importanti, giunta e consiglio, per non fare nulla o peggio una lunga campagna elettorale a loro spese. Secondo:l’incertezza. La indizione delle elezioni a maggio dovrà essere confermata con un decreto del governo nazionale,che per rispetto della legge dovrebbe accorpare anche le regionali della Sardegna che vanno a scadenza a febbraio. In caso contrario,il decreto firmato da Chiodi, sulla base di un emendamento approvato dal consiglio fuori tempo e in contrasto con lo Statuto,sarà facilmente oggetto di opposizione al TAR da parte di qualsiasi elettore con richiesta di impugnativa costituzionale e rischio di gettare ancora di più la nostra regione nel caos”.