Chieti. “I cittadini abruzzesi hanno finalmente conosciuto dal presidente del consiglio regionale abruzzese, Nazario Pagano, non certamente l’ultimo arrivato, che ha dichiarato di voler procrastinare la data delle elezioni regionali, in scadenza naturale il prossimo mese di novembre prossimo, addirittura a maggio 2014. In pratica, si tratta di una vera e propria sospensione della democrazia con i cittadini costretti a votare quando viene deciso dall’alto e non nella data in cui ne avrebbero diritto”.
Così in una nota l’ex consigliere regionale e segretario politico di Giustizia Sociale, Bruno Di Paolo, che aggiunge: “Se non fossimo in Italia, ma in qualche paese veramente democratico, chi si permettesse anche solo di avanzare simili ipotesi di prolungamento di legislatura, sarebbe costretto a dimettersi e rinunciare alla carriera politica. Un prolungamento di poltrone e prebende gioverebbe soltanto per quei tanti consiglieri regionali che hanno la consapevolezza di non poter essere rieletti e che, in faccia a tutto e tutti, si accaparrerebbero altri 6 mesi di appannaggio.
Ad ogni buon conto, Pagano nel suo dialogo con la stampa si spinge oltre fino ad arrivare a spiegare le motivazioni che giustificherebbero il suo desiderio di posticipare le elezioni adducendo un ipotetico risparmio per le casse regionali, poiché le elezioni verrebbero accorpate a quelle europee già fissate appunto per la prossima tarda primavera. Ora facciamo due rapidi conti: pur escludendo le varie indennità di funzione, il solo stipendio medio dei quarantacinque consiglieri regionali per sette mesi porterebbe ad una spesa per le casse regionali che si aggira sui due milioni e mezzo di euro. Due milioni e mezzo di euro spesi tra l’altro completamente a vuoto perché forse non tutti sanno che a decorrere dalla data della scadenza naturale del mandato, vale a dire nel nostro eventuale caso da novembre prossimo fino al maggio successivo, il consiglio può operare soltanto per quanto attiene l’ordinaria amministrazione, senza aver più la prerogativa di legiferare. Ciò significa che ci sarebbero sette mensilità erogate ad un consiglio che di fatto non lavorerebbe: questo può essere forse chiamato risparmio per i cittadini? Stipendiare per sette mesi 45 consiglieri che non possono far altro che atto di presenza non è forse il più odioso degli sprechi? Fatto sta che però di tanto in tanto i consiglieri regionali di maggioranza, anche a dispetto di qualche loro dichiarazione di segno opposto, si raccolgono in conclave al cospetto dei propri leaders per poi uscirne regolarmente ben inquadrati sull’attenti tutti pronti a ribadire che pensano sia un bene votare a maggio anzichè a novembre. Ora io domando a me stesso e a tutti i cittadini abruzzesi: se davvero la motivazione che spingerebbe a rimandare le elezioni a maggio è davvero quella tanto nobile di far risparmiare le finanze pubbliche, allora perché non si fa in modo che per quel lungo lasso di tempo il consiglio regionale non percepisca più alcun emolumento? Questo sarebbe un bel segnale nei confronto degli abruzzesi e sarebbe capito e condiviso da tutti perché darebbe significato e consistenza ad un pensiero nobile con un’azione altrettanto nobile. Diversamente è solo un pretesto e un arrampicarsi sugli specchi per continuare a rimanere seduti altro tempo su una comoda poltrona. A meno ché la motivazione del rinvio ‘ad oltranza’ nasca proprio da un’idea del presidente Chiodi che, avendo i sondaggi tutti sfavorevoli, per timore di perdere le elezioni le vuole allontanare il più possibile in attesa di notizie da Roma (sentenza Berlusconi e rinascita di Forza Italia). Insomma a tutto si pensa tranne agli elettori perché così facendo si toglierebbe di fatto la parola ai cittadini, che invece hanno il pieno diritto di esprimere la propria opinione alla naturale scadenza del quinquennio. A tal proposito giova rammentare che l’attuale consiglio regionale si è insediato a palazzo dell’emiciclo con molti mesi in anticipo a causa della caduta della precedente giunta Del Turco. Si vuole forse perpetuare a vita la funzione di consigliere regionale per coloro che sono attualmente in carica? Il presidente Chiodi cosa pensa di questo? Eppure mancano ormai soltanto poco più di tre mesi alla fine del suo mandato, ed è un suo preciso compito, unitamente alla corte d’appello, quello di indire le elezioni. Si sa, la disperazione è una cattiva consigliera e il timore di perdere il potere è tutto racchiuso nel roboante ‘silenzio’ del presidente Chiodi”.