Pescara. I presidenti delle quattro Province allarmati dalle novità previste dal progetto sulla nuova legge elettorale. L’ineleggibilità al consiglio regionale spaventa Testa, Chiodi, Catarra e Del Corvo: pronti al ricorso costituzionale.
I presidenti delle quattro Province abruzzesi in allarme per le novità contenute nel progetto di legge che domani mattina sarà discusso in Consiglio regionale a L’Aquila per modificare la legge regionale sull’ineleggibilità, incompatibilità e decadenza dalla carica di consigliere regionale. Non la doppia preferenza di genere auspicata da Nicoletta Verì o le norme “anticasta” proposte da Maurizio Acerbo: i quattro presidenti provinciali temono il capitolo sull’ineleggibilità di presidenti e assessori provinciali che quindi, per candidarsi in Regione, dovrebbero dimettersi dall’incarico.
Oggi, nel corso di una conferenza stampa, i presidenti delle Province di Chieti, Pescara e L’Aquila, Enrico Di Giuseppantonio, Guerino Testa e Antonio Del Corvo, con il presidente del consiglio provinciale di Teramo, Mauro Martino, hanno spiegato le proprie ragioni per sostenere che “il provvedimento in discussione domani è incostituzionale”, e hanno ricordato che “il Consiglio delle autonomie locali (che raggruppa i rappresentanti di Province e Comuni abruzzesi) ha presentato alla Regione Abruzzo un progetto di legge sulla stessa materia che però non è stato preso in considerazione fino ad oggi”. La proposta del Cal rinvia, in sostanza, le dimissioni da presidente della Provincia o da assessore al momento successivo all’eventuale elezione in Regione, esattamente come avviene già per il presidente della Regione o il consigliere regionale che venga eventualmente eletto sindaco.
Una sentenza recentemente adottata dalla Corte Costituzionale afferma “l’iniquità delle disposizioni che violano il principio della biunivocità”, sottolinea Guerino Testa, “iniquità in cui incorre la norma sull’ineleggibilità dei presidenti di Provincia e degli assessori provinciali nell’ambito della vigente legge elettorale della Regione Abruzzo”. In pratica i capi degli esecutivi provinciali, affermano che l’ineleggibilità è incostituzionale se prevista dal basso verso l’alto e non anche viceversa, come accade ora. Da ciò, deducono Testa, Del Corvo, Martino e Di Giuseppantonio, la lesione non solo del canone di uguaglianza e ragionevolezza ma anche della stessa libertà di elettorato attivo e passivo. “Dunque”, concludono i quattro presidenti, “se non si elimina la disposizione sulla ineleggibilità che pregiudica in modo unidirezionale la possibilità di candidarsi salvo dimissioni, non solo si viola la Carta costituzionale ma si mette in forse la legittimità delle elezioni stesse”. L’invito alla responsabilità lanciato al Consiglio regionale sa di minaccia: “Si rispetti la Carta fondamentale, pena la presentazione di un ricorso alla Corte costituzionale”. Un elemento in più per i sostenitori della tesi che ciò è mirato a tenersi stretta la poltrone della Provincia qualora andasse male la sorte elettorale in Regione.