Presentato a Giulianova il libro di poesie di Alessandra Angelucci

angelucciGiulianova. “Forse un giorno qualcuno comprenderà l’opera di cui sono autrice”. Con questi versi ieri sera, in una Sala Buozzi gremita ed attenta, Alessandra Angelucci ha salutato e ringraziato presenti ed assenti alla presentazione del suo libro “Mi avevi chiesto di fermarmi qui”.

Conosciuta come giornalista e manager culturale, Alessandra Angelucci è nata a Giulianova, dove attualmente vive. È figlia d’arte, cresciuta fra i colori, le tele dipinte e l’inconfondibile profumo delle tempere vive.
La stretta vicinanza al mondo artistico e ad ogni sua forma d’espressione l’hanno portata a laurearsi in Lettere all’Università degli Studi dell’Aquila e a specializzarsi in Management Culturale alla LUISS di Roma. Di recente è stata ospite con l’antologia “Disequitalia”(Ciesse ed.) al Festival Nazionale della Letteratura di Giulianova e al Rosadonna Festival delle Eccellenze Femminili d’Abruzzo di Pescara.
Grazie all’attrice Vanessa Dezi che, da qualche anno, conduce una ricerca personale ed avvincente sulla lettura scenica, rivolta ad un pubblico in ascolto. Nella serata di ieri la platea ha avuto il piacere di assaporare ogni suo verso. A moderare l’incontro la giornalista Azzurra Marcozzi che ha rivolto domande all’autrice.angelucci_presentazione
“Mi avevi chiesto di fermarmi qui” è il suo primo libro di poesie e, come scrive nella prefazione il critico Simone Gambacorta, “Alessandra Angelucci si misura con un atto di ricognizione che vuol passare in rassegna gran parte della costiera dei temi e delle tonalità che possono costellare un’esistenza. Con un dettato ancora memore delle estenuazioni e degli inabissamenti cui un verso – un verso che davvero possa dirsi sentito – costringe chi voglia scriverlo, e con le striature di una malinconia che coagula in sé un particolare sentimento della vulnerabilità di chi vive, e della friabilità dell’innocenza, Alessandra Angelucci offre alla chimica delle trasfigurazioni e delle metafore lo scandirsi di una personalissima lettera al tempo”.

 

 

 

 

 

 

 

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