Abruzzo, taglio ai compensi dei dirigenti del settore trasporti: per Ruffini la riattribuzione dei compensi è illegittima

arpa_busL’Aquila. Il Consiglio regionale decide con una legge di ridurre gli stipendi dei direttori e dirigenti presenti nelle aziende di trasporto locale di proprietà della Regione Abruzzo (Arpa, Gtm e Sangritana), ma gli stessi decidono in totale autonomia di disattendere le disposizioni del legislatore.

È quanto denuncia il consigliere regionale Claudio Ruffini, che descrive la vicenda come “la dimostrazione che questa giunta regionale non è in grado di prendere decisioni e di farle rispettare. In barba alla volontà del Consiglio regionale e, presumibilmente con il solo avallo dei rispettivi Consigli di Amministrazione, i dirigenti hanno disatteso tale disposizione applicando addirittura il recupero delle somme con effetto retroattivo”

Ma da dove nasce il conflitto tra Regione e dirigenti? Come ricostruito dallo stesso Ruffini, tutta la vicenda parte dai dirigenti del settore trasporti che hanno preso a pretesto una sentenza della Corte Costituzionale (n.223/2012) che ha dichiarato l’illegittimità del Decreto-Legge 31 maggio 2010, n. 78, coordinato con la legge di conversione 30 luglio 2010, n. 122, avente le stesse finalità.

Secondo Ruffini, le cose starebbero però diversamente e i dirigenti non avrebbero alcun titolo a sottrarsi alla riduzione dei compensi né tantomeno al loro recupero retroattivo.

“La sentenza della Corte Costituzionale n. 223/2012 – spiega il politico in merito – prende le mosse da un ricorso dei magistrati che hanno sollevato una discriminazione di trattamento rispetto agli altri dipendenti delle amministrazioni pubbliche”.

Non solo. Sempre stando a quanto dichiarato dal consigliere, la sentenza si applica per tutti i dipendenti pubblici (appartenenti alle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione): quindi in tale casistica non rientrerebbero i dirigenti delle società di trasporto regionali che per loro natura sono strutturate in società per azioni con contratti di natura privatistica.

“Nel merito – si legge poi in una nota a firma di Ruffini – va detto che la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della norma statale per violazione degli articoli 3 e 53 Cost,  avendo rinvenuto nella stessa la natura di prelievo tributario applicato indiscriminatamente a tutti i dipendenti pubblici, statali e non. Nel caso di specie non è detto che la riduzione configuri un prelievo di carattere tributario, atteso che la norma sembrerebbe incidere, nella logica del contenimento della spesa, su particolari categorie di soggetti, quali i direttori e i dirigenti delle società di trasporto pubblico locale la cui costituzione è promossa ex lege dalla Regione e di cui la Regione è socio unico o controllante”.

L’illegittimità costituzionale della norma statale contenuta nel DL 78/2010, dichiarata con sentenza  n. 223 del 2012, non si estende inoltre tout court alla norma regionale in assenza di un’esplicita dichiarazione di illegittimità pronunciata dall’unico organo competente ovvero la Corte costituzionale.

“Da quanto ci risulta – spiega Ruffini – la riduzione dei trattamenti economici del direttore e dei dirigenti delle società di trasporto pubblico locale di cui la Regione è socio unico o controllante sembrerebbe trovare fondamento esclusivo nella legge regionale che estende la riduzioni ad altri soggetti, la cui invalidità, come si è detto, può essere dichiarata dalla sola Corte costituzionale e la cui disapplicazione non può essere operata dalla pubblica amministrazione invocando a sostegno la sola sentenza relativa alla disposizione statale. In sostanza la norma regionale è illegittima, non essendo stata impugnata dal Governo, e deve essere fatta rispettare così come ha deciso il legislatore regionale perché tuttora vigente”.

Sulla vicenda, Ruffini ha presentato un’interrogazione al question time per chiedere al Presidente Chiodi ed all’assessore Morra se intendono far rispettare la L.R. n.1/2011 e la volontà del Consiglio Regionale e quali saranno le azioni che si intendono mettere in campo affinchè non siano sempre i cittadini a pagare le riduzioni dei trasferimenti statali al Settore dei Trasporti regionale.

 

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