Poche righe. Quelle che bastano a descrivere, su un social network, lo stato d’animo di chi, nella duplice veste di dirigente regionale di partito e di ‘grande elettorale’, manifesta il proprio disagio nei confronti di un partito che, per molti versi, pare averlo parecchio deluso.
Camillo D’Alessandro si affida ai nuovi strumenti di comunicazione per lanciare un appello ai vertici del “suo” partito, il Pd: “chieda scusa al Paese”.
“Dopo quanto accaduto” scrive D’Alessandro sulla sua bacheca Facebook “io non credo che il PD abbia il diritto di esprimere un’altra candidatura . Il partito che ha bruciato prima Marini ( che ho votato) e poi Prodi ( che ho votato) non ha più alcun diritto. Ora il PD faccia l’unica cosa possibile, chieda scusa al Paese. Il partito delle faide, degli ex ,dai veti incrociati fatto da vecchi e da giovani vecchi. La portavoce del segretario che lo smentisce , Orfini che dichiara, l’altro che lo smentisce, Civati che pontifica, ma che gente e’ questa. Ho visto cose incredibili , gente che applaude la mattina e tradisce il pomeriggio . Questa classe dirigente non merita la passione ed il dolore di chi li ha mandati ad essere classe dirigente del partito e del Paese”.